a cura di Giulia Carri
CHICAGO, USA – Claudio Vellutini 32 anni di Grosseto. L’amore per la storia della musica lo ha portato negli Stati Uniti, dove sta per conseguire un dottorato in Musicologia all’Università di Chicago
Come è nato l’amore per la musica?
“Ho studiato violino alla Scuola di Musica di Grosseto, ma già da adolescente avevo capito che la mia carriera non sarebbe stata quella di musicista. E’ stato grazie ad una insegnante di storia della musica, Simonetta Ricciardi, la quale mi suggerì di seguire la mia passione per la storia e cultura della musica, che ho scoperto la Musicologia. Mi consigliò di iscrivermi alla sede di Cremona dell’Università di Pavia che offre un corso di laurea in Musicologia. Fortunatamente seguii il suo consiglio e da lì è cominciato tutto.”
Da Cremona a Chicago, come è successo?
“Mentre frequentavo l’Università ho iniziato a lavorare con il mio relatore di tesi. Mi sono appassionato all’ambiente accademico e alla possibilità di avere una carriera come docente, ma quando sono andato in Erasmus a Vienna, dove sono rimasto un altro anno per fare ricerca, ho capito che questa carriera difficilmente sarebbe stata in Italia. Il nostro paese offre pochissime garanzie professionali in ogni ambito, soprattutto in quello accademico.”
Perché hai lasciato Vienna?
“Vienna è una città meravigliosa con una vita culturale e musicale molto ricca. L’ambiente accademico è giovane e stimolante offre ottime possibilità professionali, ma il livello del mio Tedesco, pur sufficiente per comunicare con amici e colleghi, non era abbastanza solido per intraprendere il mio percorso professionale e ho preferito un paese anglofono.”
Perché hai scelto gli Stati Uniti?
“Oltre ad essere un paese in cui mi sentivo più a mio agio linguisticamente, offriva più borse di studio e dottorati nella mia disciplina rispetto all’Inghilterra, quindi ho deciso di provare negli States. Ho fatto domanda in 4 Università americane di cui 3 mi hanno accettato, tra queste Chicago che ho scelto perché era l’offerta migliore per quello che cercavo. Un altro motivo per cui ho scelto l’America è l’aspetto professionalizzante del dottorato. E’ un percorso che dura dai cinque ai sette anni, ma già dal terzo cominci ad insegnare e ti formi per essere un professionista a tutto tondo. L’Università permette da subito di fare esperienze di insegnamento, oltre a fornire stimoli e supporto continui per la crescita della tua futura carriera. Ti aiuta a concorrere per borse di studio importanti, come quella che mi ha permesso di creare un corso interdisciplinare su ‘Opera, Società e Politica’ che ha visto la straordinaria partecipazione di studenti da diverse facoltà, o l’ultima dalla Società Americana di Musicologia, che ha finanziato il mio ultimo anno di dottorato e la fine della mia tesi.”
Vivi negli Stati uniti dal 2008, quali sono i pro e quali i contro?
“Quello che mi ha colpito e tutt’ora apprezzo della cultura americana, è la varietà e diversità che contiene e la sua curiosità verso tutto ciò che è diverso, oltre ad essere una società altamente meritocratica dove chi lavora sodo e bene viene pienamente riconosciuto. Purtroppo è anche una società dove la competizione è brutale, il divario sempre più netto tra benestanti e non, piena di contraddizioni e ingiustizie.”
Torneresti in Italia per svolgere la tua professione?
“Tornerei per convegni, conferenze e consulenze, ma non me la sentirei di tornare in pianta stabile per insegnare. L’Università italiana è molto valida, ma è un sistema che non dà speranze né possibilità concrete ai giovani, costringendo molte persone valide ad andare all’estero per lavorare, o accettare condizioni lavorative di assoluta precarietà ed incertezza per troppo tempo.”
La Maremma ti manca?
“Mi manca l’odore del mare ,i paesaggi la natura della Maremma, che ho conosciuto e amato fin da bambino grazie alla mia famiglia. Uno degli aspetti favorevoli del lavorare nell’Università è che quasi ogni estate posso tornare a casa e vivermi tutto il bello di questa terra. Questa è una grande fortuna.”
Progetti futuri?
“Ad Agosto inizierò il post dottorato all’Università dell’Indiana, famosa per avere uno dei migliori programmi di Opera degli Stati Uniti, dove terrò un corso su Verdi. Rimarrò lì almeno un anno, poi mi trasferirò a Vancouver in Canada, dove ho appena ottenuto un corso di Assistant Professor all’Università della British Columbia.”