GROSSETO – «Far nascere una casa rifugio per donne maltrattate è un atto di civiltà che caratterizza la nostra Provincia. Una piccola cosa, un segno di speranza per chi vive in situazioni di difficoltà. Alle donne vogliamo offrire una luce, un punto di appiglio per ricominciare, per ricostruire. Questo è da sempre l’obiettivo della Provincia, ed oggi, nonostante le difficoltà economiche vissute dall’Ente, resta un punto fermo su cui lavoriamo». Queste le parole di Emilio Bonifazi, presidente della Provincia di Grosseto.
Le vittime di violenze familiari sono in aumento, cresce la consapevolezza e la forza delle donne di denunciare e porre fine a situazioni di degrado che le coinvolgo spesso insieme ai loro figli. In provincia di Grosseto la rete di solidarietà è un’organizzazione matura, in molti casi portata come modello nel resto d’Italia. Il Centro Antiviolenza Olympia de Gouges, sostenuto dalla Provincia, in tutte le sue ramificazioni e il Codice Rosa della ASL con lo staff di Vittoria Doretti, sono impegnati da anni nella creazione e nel funzionamento di un sistema di aiuto alle donne maltrattate.
L’evoluzione continua del modello organizzativo ha prodotto il “Protocollo d’intesa tra Provincia, Comuni e ASL n. 9 Grosseto per la prevenzione e il contrasto delle violenze nei confronti dei soggetti deboli, delle donne e della violenza domestica”, approvato dal Consiglio Provinciale nel 2013. Tra gli gli strumenti operativi del progetto è stato istituito il fondo per il contrasto alle violenze, gestito dalla Provincia di Grosseto, per il sostegno alle attività del protocollo e in particolare per la copertura del servizio di pronta accoglienza residenziale in albergo per il tempo strettamente necessario ad attivare gli strumenti ordinari per la tutela ed il sostegno delle vittime stesse, comunque non superiore a 72 ore. L’esperienza ha dimostrato che il ricovero per 72 ore rappresenta una risposta importante contro il fenomeno, ma non ancora sufficiente.
Da questa esigenza è nata l’iniziativa della casa rifugio tutta temporaneamente finanziata (in assenza di finanziamenti statali e regionali) con il Fondo per il contrasto alle violenze, costituito localmente a seguito del protocollo del 2013.
L’Assemblea dei Sindaci nella seduta del 12 maggio 2015 ha deciso di utilizzare i Fondi disponibili per affittare un appartamento (la cui localizzazione resterà riservata) destinato all’accoglienza. Il costo previsto è di 600 euro al mese.