GROSSETO – «E’ solo grazie al ricorso presentato da Confagricoltura e Cia al Tar del Lazio contro il Ministero e l’AIA, che non è più obbligatoria per gli allevatori l’iscrizione al libro genealogico e ai controlli funzionali per accedere ai contributi europei». Lo ha deciso la Conferenza Stato –Regioni di rivedere la norma per annullare il decreto nella parte in cui limita i premi accoppiati all’iscrizione dei capi ai libri genealogici o al registro anagrafico delle razze bovine e all’iscrizione ai controlli funzionali latte. E’ stato dunque modificato il decreto per l’assegnazione dei premi Pac per il settore latte.
«Esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto – ha commentato il presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna – che ha evitato, da un lato, l’esclusione di una vasta platea di beneficiari dei premi accoppiati della Pac e dall’altro l’obbligo al pagamento da parte degli allevatori di un servizio oneroso e peraltro non necessario, in un momento in cui il settore lattiero caseario vive una fase d’incertezza dettata dalla fine delle quote produttive e dal prolungarsi dell’estrema volatilità del mercato».
Da qui il ricorso al Tar e la scelta della Conferenza Stato – Regioni di modificare il discusso decreto ministeriale, estendendo l’accesso ai capi non iscritti ai libri genealogici e ai controlli funzionali, ma che rispettino determinati parametri qualitativi riguardanti il tenore di cellule somatiche, la carica batterica e il contenuto di proteine.
«Insieme a Cia – conclude Vivarelli – siamo stati gli unici a portare avanti iniziative volte a garantire la libertà delle aziende di iscriversi o meno ad un unico soggetto per poter usufruire dei benefici europei perorando la causa per ridurre i costi di tale iscrizione a carico delle aziende stesse».