GROSSETO – «La onlus dei vigili volontari ha uno statuto che contempla attività e compiti assimilabili a quelli degli appartenenti alle forze di polizia senza che gli associati abbiano lo status giuridico per svolgere tali esclusive funzioni». Il Movimento 5 Stelle, attraverso il consigliere comunale Giacomo Gori, torna sul tema dei vigili volontari in risposta all’intervento del sindaco Emilio Bonifazi e aggiunge: «Si apprezza pure la buona intenzione del sindaco di riconoscere che l’attività di sicurezza in genere necessita di un rafforzamento. Ma ciò può avvenire solo nel rispetto della legge. L’ associazione poteva, forse, svolgere attività di osservazione nel comparto della sicurezza urbana e della incolumità pubblica, entrambe affidate dal legislatore alle cure sindaco. Come pure attività nelle zone dedicate al controllo dei cittadini per favorirne i contatti con le centrali operative delle forze dell’ordine operanti sul territorio».
«Certamente non si possono giustificare legalmente quelle attività, che hanno come finalità quella di “favorire il raggiungimento delle indicazioni e disposizioni emanate dal locale Comando di Polizia Municipale” – aggiungono i pentastellati -. La struttura di volontariato ha un proprio capitolo di spesa con rimborsi “per particolari servizi” consistenti in liquidazioni trimestrali di somme “dietro presentazione di rendiconto, senza necessità di atti deliberativi, previo accertamento effettuato dal comando di Polizia Municipale che verificherà i risultati raggiunti in merito agli impegni assunti, ordinando contestualmente all’ufficio ragioneria l’emissione del conseguente ordinativo di pagamento che sarà effettuato a favore del presidente dell’associazione».
«Qui non ci troviamo più di fronte ad un vigile volontario ma di fronte ad un vigile poliziotto dipendente dal Comando di polizia locale. Un volontario cioè che fa proprie le funzioni di prevenzione devolute, per legge, ad un “agente di pubblica sicurezza”. Quali garanzie d’intervento possono essere fornite al cittadino? Chi stila il relativo referto? Chi lo conserva? – domandano – Dice il sindaco che l’associazione “non si occupa e non si deve occupare di repressione del crimine” e certamente ha ragione. Ma ciò non è mai stato sostenuto dal M5S, né direttamente né indirettamente, che, invece, parla di discute e si esprime sulla prevenzione ossia su attività comunque riconducibili alla sicurezza pubblica. L’asserzione del sindaco dimostra, ancora una volta, la confusione macroscopica e, allo stesso tempo, grossolana che viene fatta tra prevenzione riconducibile alle decisioni dell’autorità di pubblica sicurezza e repressione dei reati, riconducibile alle decisioni dell’Autorità giudiziaria».
«Un disordine che riverbera i suoi effetti pratici in una politica sconsiderata e fallimentare della gestione locale della sicurezza sul territorio, così come è stato difficile fargli comprendere che l’ordinanza sindacale è uno strumento indispensabile per la gestione della sicurezza sociale e della incolumità pubblica. Si prende atto, finalmente, che considera tali provvedimenti, qualificati sino a poco tempo fa “in salsa leghista” e quindi non applicabili, di utilità sociale anche se “non risolutivi”. Si tralascia qualsiasi commento sulla considerazione precedente riferita ad una legge dello Stato in quanto si commenta da sola – precisano -. La sala operativa comune ha già trovato valida applicazione in altri contesti provinciali ed è utile per lo scambio dei dati informativi necessari alle competenti autorità (compreso il sindaco Bonifazi) per assumere le decisioni in modo più appropriato e professionale. Nessuno ha chiesto l’unificazione delle forze di Polizia anche se auspicabile. Sviare le problematiche importanti su altre tematiche di non interesse per le argomentazioni in atto significa, nel migliore dei casi, non volerle adeguatamente affrontare».
«Sorprende e meraviglia, inoltre, che si chiamino in causa notaio e prefetto. Il primo è chiamato solo a rogitare, il secondo è presidente di un comitato che è un organismo puramente consultivo. Entrambi nulla hanno a che fare con la costituzione dell’ associazione di volontariato. Dica invece il sindaco quali somme ha corrisposto al presidente dell’associazione di volontariato e di quale entità per “servizi particolari”, indicandoli, e quante per attività di sicurezza in manifestazioni pubbliche».
«Se è vero poi, che la paternità della fondazione dell’onlus dei vigili volontari risalga a Bonifazi – concludono i pentastellati di Grosseto -, non rimane altro da fare che chiedere di dimettersi per manifesta incompetenza in un settore delicatissimo e di vitale importanza per Grosseto».