SANTA FIORA – Riccardo Ciaffarafà, consigliare comunale di Santa Fiora e candidato a sindaco nelle ultime amministrative del comune amiatino è stato denunicato per oltraggio a pubblico ufficiale. A sporgere querela il sindaco Federico Balocchi e la sua maggioranza per alcune dichiarazioni che lo stesso Ciaffarafà fece durante il consiglio comunale del 29 settembre 2014.
«Una querela – scrivono i tre consiglieri di minoranza Giacomo Albertini, Paolo Vichi, Riccardo Ciaffarafà – con un’ accusa grottesca e tragicomica e cioè: “oltraggio a pubblico ufficiale” perché “offesi nella loro onorabilità” dalle dichiarazioni politiche dell’esponente di opposizione».
«Non solo Sindaco e maggioranza non rispondono alle interrogazioni – aggiungono – e ne limitano, unilateralmente cambiando il Regolamento, l’uso; non consegnano documenti richiesti dall’opposizione; non convocano consigli comunali richiesti dall’opposizione impedendo l’esercizio di controllo dei consiglieri comunali: ma addirittura querelano il capogruppo, dell’unico gruppo di opposizione, per una dichiarazione politica nel dibattito consiliare».
«Con questo atto gravissimo, che non si era mai verificato in questo comune e probabilmente nemmeno in Italia, si vorrebbe far tacere tutto un gruppo politico che, è bene ricordarlo, rappresenta il 50% della popolazione. L’intento è proprio quello di intimorire, tramite la minaccia della querela personale, chi chiede di vedere gli atti assunti da questa Amministrazione e discuterli, cercando di colpire nella persona, il capo dell’opposizione».
«Ma questo non ci spaventa, non ci limita né ci farà arretrare di un passo nella nostra lotta per riportare legalità, trasparenza e pari condizioni di trattamento per tutti i cittadini. La nostra azione sarà ancora più dura, fino a giungere a iniziative clamorose per segnalare all’opinione pubblica, non solo santafiorese, i livelli raggiunti in un solo anno da quella che è tra le peggiori amministrazioni che si ricordino. Ci devono minacciare personalmente di querela a tutti perché siamo tutti “Riccardo Ciaffarafà” e rappresentiamo metà della popolazione onesta e non ricattabile».