GROSSETO – «Era il giorno 13 aprile quando la nostra associazione ha segnalato, in modo dettagliato e preciso al comando dei Vigili Urbani di Grosseto la presenza nella passeggiata archeologica delle mura medicee di via Saffi, di una vasca di epoca romana divelta e pericolosamente abbandonata vicino ai propri sostegni. Il sito è stato di lì a poco recintato con un semplice nastro che in breve tempo è stato rimosso. Sono passati alcuni giorni ma di fatto non è stato eseguito alcun intervento». Così l’associazione “Amici del centro storico” racconta il percorso che ha portato al danneggiamento di una antica vasca romana posizionata sulle Mura, quella che hanno chiamato «Cronaca di una morte annunciata».
«Siamo stati costretti pertanto a rinnovare la segnalazione presso i Vigili urbani, i quali, verificata la segnalazione precedente hanno dichiarato di aver passato la pratica al servizio manutenzioni del Comune di Grosseto – si legge nella nota -. Ci siamo quindi recati di persona al suddetto ufficio e sollecitato l’intervento. Ieri abbiamo appreso dal giornale che non solo l’intervento non è stato mai effettuato, ma durante la notte la vasca è stata oggetto di atto di vandalismo compiuto con un martello che l’ha danneggiata irreparabilmente. Percui esprimiamo il nostro disappunto per la mancata tutela del bene, ed anche la nostra crescente preoccupazione per atteggiamenti che riteniamo spregevoli».
«Ogni giorno, infatti, assistiamo in televisione a filmati che riportano notizia di atti di distruzione su beni storici conservati per millenni che rappresentano la storia di un popolo. Ma in questo caso troviamo differenza rispetto a quegli eventi – prosegue l’associazione -? Siamo d’accordo con le parole di condanna del sindaco sull’accaduto, ma crediamo che si debba andare oltre: la tutela deve passare da un progetto culturale più ampio che rafforzi il senso di identità e di rispetto della civiltà del nostro territorio. Smantellare la passeggiata archeologica per trovarle nuovi spazi non riteniamo sia la soluzione ideale, quando il furore del vandalismo si riversa su beni più disparati collocati anche in aree più sorvegliate. Crediamo invece fondamentale e non più procrastinabile lavorare per rimettere in comunicazione il patrimonio culturale con l’individuo, e recuperare il senso civico di quella parte della comunità che lo ha momentaneamente perso».