GROSSETO – «Essere donna a Grosseto è diventato sempre più difficile». Lo afferma la candidata al consiglio regionale per Forza Italia Cristina Gimignani che torna a parlare di sicurezza. «La sicurezza non passa dalla demagogia, ma dalla sensibilizzazione. Io stessa, prima del furto, mi sono sentita dire da chi avrebbe dovuto difendermi che ero allarmista. Ci ho dovuto rimettere il patrimonio delle donne della mia famiglia per essere ascoltata. E ringrazio Dio tutti i giorni per essere uscita incolume, perché altre donne non hanno avuto la stessa fortuna».
«Per anni ho sentito parlare di rifugi per le maltrattate, ma non una parola è mai stata spesa per la sicurezza in rosa nella propria città – prosegue Gimignani -. Qui ci assaltano le case, ci molestano per la strada e nessuno si muove. La Regione non ha competenze specifiche a riguardo, è vero, ma è mai possibile che la criminalità grande e piccola, possa fare ciò che crede?»
«Per contrastare le mafie sui nostri territori, bisogna coinvolgere popolazione e istituzioni per un’agenda condivisa e soprattutto per un’inversione di mentalità – continua la nota -. Basta, buonismo. I furti hanno preso d’assalto case di vedove, o di donne che vivono sole, ragazzine sono state infastidire per strada, cosa stiamo aspettando, che accada una tragedia vera? Un’indagine conoscitiva sulla criminalità organizzata promossa dal gruppo di Forza Italia a palazzo Panciatichi, mette in allarme sulle organizzazioni criminali straniere. Bisogna passare dalla cultura della
Legalità alla pratica civica della denuncia. Nessuna provincia Toscana è tra le realtà più sicure d’Italia. I sindaci non possono continuare a vedersi piovere sulla testa ingressi massicci di gente e poi essere lasciati soli da Rossi che si fa le foto con i rom. Le esigenze di città come Grosseto devono essere ascoltate. Soprattutto la nostra provincia, sta pagando un tributo altissimo all’accoglienza. Bisogna avere il pugno duro , gridare di meno e denunciare di più. Ciascuno deve fare la sua parte».