di Sabino Zuppa
ALBINIA – Saranno i nonni e le nonne che frequentarono per primi, nell’immediato dopoguerra, la scuola materna di Albinia ad accompagnare, lunedì 27 aprile alle ore 15, i loro nipotini alla inaugurazione del nuovo edificio che fu gravemente danneggiato dalla storica alluvione del 12 novembre 2012. Una giornata storica, che rimarrà nella memoria della popolazione albiniese per il risultato raggiunto dalla amministrazione del sindaco Monica Paffetti, ma anche per tutta una serie di motivazioni simboliche correlate, sia positive che negative, che questo evento porterà con sé.
Sì perché, in primis, è evidente che c’è voluta una immane tragedia per riuscire a rinnovare una parte del patrimonio edilizio scolastico che, probabilmente, sarebbe rimasto a lungo quello di oltre cinquanta anni fa. Va detto, però, la ricostruzione della scuola materna di Albinia rappresenterà il primo risultato tangibile raggiunto riguardante le opere del post alluvione, che furono finanziate con urgenza dalla Regione Toscana e che interesseranno in futuro anche gli altri edifici scolastici di Albinia, la via Maremmana ed il ponte della Radicata. Ma al tempo stesso costituirà, a sua volta, l’emblema dei ritardi della burocrazia che, su tutto il territorio nazionale, evidenzia situazioni critiche di questo genere: due anni e mezzo, infatti, ci sono voluti per una serie di passaggi che forse saranno ancor più lunghi e difficoltosi per le scuole elementari e medie della frazione.