GROSSETO – «Per il territorio grossetano serve un accordo di programma con Regione e Stato, simile a quello che è stato approvato per il rilancio di Piombino. Non c’è più tempo da perdere, perché rispetto al resto della Toscana, nella nostra realtà si concentrano la maggiore criticità per il lavoro dipendente, un mercato del lavoro fortemente precarizzato e la più sensibile caduta del reddito». Non ha usato giri di parole Claudio Renzetti, segretario generale della Camera del lavoro di Grosseto, di fronte ai membri del Direttivo provinciale della Cgil convocato stamani per discutere della strategia per contrastare la crisi.
«Nella nostra provincia non esistono realtà industriali paragonabili a Piombino, in grado di polarizzare l’attenzione di media e opinione pubblica. L’industria incide sul Pil provinciale per il 6,9%, a fronte del 15% sul Pil regionale. Qui la crisi è più subdola, perché colpisce trasversalmente tutti i settori e comparti produttivi, che però sono poco strutturati in filiere o cluster produttivi». A sottolineare il suo ragionamento Renzetti ha citato alcuni indicatori, come «i 27.000 lavoratori dipendenti occupati a fronte dei 30.000 disoccupati. Oppure, sul piano della qualità occupazionale, i contratti a tempo indeterminato sotto la media regionale di oltre 10 punti percentuali, a fronte di contratti precari sopra la media regionale della stesa percentuale. Una situazione che determina la caduta del reddito medio relativo in termini di valore aggiunto procapite, con Grosseto che risulta ultima a livello regionale e fanalino di coda a livello nazionale».
Il segretario della CdL, inoltre, ha sottolineato che non vanno «sopravvalutati i fattori di contesto macroeconomico come la sostanziale parità euro-dollaro, la caduta del prezzo del greggio, l’iniezione di liquidità da parte della Bce. Fattori che riguardano tutta l’Europa, nel caso dell’energia la scala è globale, che non daranno vantaggi a prescindere, ma che aiuteranno ad uscire dalla crisi nella misura in cui ogni singolo territorio saprà intercettare la ripresa e le nuove opportunità, che passano da idee chiare, investimenti e innovazione».
Per la Cgil maremmana, «se si vuole fronteggiare quest’emergenza ed essere coerenti con le dichiarazioni di lotta alle diseguaglianze bisogna partire da qui. Non sperando che le cose miglioreranno spontaneamente perché si sono rese più licenziabili le persone, e si potranno spiare e demansionare».
«Il grosso della Toscana – ha concluso Renzetti – sta viaggiando sui livelli dei migliori Land tedeschi, la nostra provincia si è inabissata su quelli più simili alla Grecia; con questa consapevolezza finiamola con il dare sempre la colpa al mondo e impegniamoci sulla ripartenza possibile. Servono riforme che incentivino la buona produttività ma servono investimenti, anche pubblici, in grado di stimolare l’iniziativa privata. La strada che come CGIL consideriamo migliore, è quella di un accordo di programma simile a quello di Piombino. Noi abbiamo le idee chiare in merito a contenuti e proposte concrete. Le elezioni regionali possono essere un’opportunità di confronto e di sintesi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte assumendoci responsabilità anche impopolari».