GROSSETO – «Nonostante i cinque anni appena compiuti dalla Legge 38/2010 e la maggior attenzione posta alla malattia dolore, molti medici di medicina generale italiani sono ancora lontani da un’adeguata gestione del problema del dolore cronico». Affermano gli organizzatori del “GP Open Road”, campagna itinerante per coinvolgere medici di famiglia e cittadini in una migliore gestione del dolore cronico. «Secondo una recente indagine di vivere senza dolore, oltre il 40% dei pazienti che si rivolge al medico a causa di un dolore cronico viene tuttora trattato con farmaci antinfiammatori, in contrasto con le linee guida internazionali, la letteratura scientifica e la raccomandazione delle autorità regolatorie. Anche sul fronte della popolazione, la piena consapevolezza del diritto a non soffrire rimane un obiettivo da raggiungere».
Proprio per rispondere all’esigenza di formazione della classe medica, da un lato, e a quella di informazione del pubblico generale, dall’altro, l’associazione pazienti vivere senza dolore, con il patrocinio del Ministero della Salute e il sostegno di Mundipharma, porta in 16 città italiane la campagna di sensibilizzazione “GP Open Road”, che il 20 e il 21 aprile farà tappa a Grosseto.
Piazza Caduti di Nassiriya ospiterà una grande struttura gonfiabile, all’esterno della quale, il 20 e il 21 aprile, i cittadini potranno ricevere materiale informativo e strumenti per l’autovalutazione del dolore. Il 21 aprile, invece, all’interno della struttura, i medici di famiglia del territorio seguiranno un corso di approfondimento sulla terapia antalgica, discutendo un reale caso clinico. Non il classico evento formativo, ma un inedito format caratterizzato da massima interattività nell’esposizione sia del caso clinico sia della parte didattica. I discenti saranno, infatti, calati in un contesto multidimensionale, dove i vari elementi della presentazione si materializzano su mega schermi che “avvolgono” la platea, favorendone il pieno coinvolgimento. Dopo Grosseto l’iniziativa toccherà anche Genova (27-28 aprile), Milano (5-6 maggio), Padova (10-11 maggio), Trento (13-14 maggio), Napoli (18-19 maggio), Catania e Palermo (date da confermare).
“Secondo i dati ufficiali, il dolore cronico colpisce il 26% degli italiani, risulta insopportabile (31% dei casi), riduce la capacità di svolgere una qualsiasi attività (34%) e può determinare l’insorgenza di depressione (21%)”, evidenzia Romeo Ammirati di vivere senza dolore. “È, di fatto, una patologia e come tale deve essere curata e trattata. Nel nostro Paese questo diritto è sancito da una legge che ha identificato nel medico di famiglia il primo riferimento al quale il paziente che soffre deve rivolgersi per trovare risposte adeguate. Il principale obiettivo di GP Open Road, attraverso la presentazione e il confronto tra i discenti di un caso clinico reale, è proprio quello di fornire ai medici di medicina generale un’adeguata formazione su come deve essere trattato il dolore, quali sono le normative che ne regolano la gestione, quali indicazioni emergono dalle linee guida internazionali, quali strumenti sono a loro disposizione al fine di garantire al malato una migliore qualità di vita”.
“Anche nella nostra provincia, un cittadino su 4 si presenta presso l’ambulatorio del medico di medicina generale per un problema di dolore cronico, prevalentemente di tipo muscolo-scheletrico”, spiega Andrea Salvetti, presidente SIMG Grosseto, Area progettuale Terapia del dolore e Cure Palliative SIMG e docente del corso. “Un’iniziativa di formazione volta a supportare le cure primarie su questo fronte è quindi di fondamentale importanza. Il corso si focalizzerà sulla corretta identificazione delle diverse tipologie di dolore cronico e sull’impostazione della terapia più appropriata. Stiamo cercando di formare, all’interno dell’Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT), alcuni medici di medicina generale esperti in terapia del dolore, in modo che possano fare da trait d’union fra gli altri generalisti e gli specialisti algologi. Per implementare il modello assistenziale a rete auspicato dalla Legge 38, il medico di famiglia deve diventare sempre di più l’attore di primo piano nella presa in carico del paziente che soffre, avviando ai Centri Specialistici solo i casi più complessi”.