ROMA – Pesca illegale, dopo il racconto del pescatore Roberto Culotta sul nostro giornale, anche Greenpeace interviene contro la pesca illegale. «Ancora i soliti ignoti che pescano illegalmente sotto costa con le reti a strascico. Un atto criminale e irresponsabile, un pericolo per gli altri natanti e un danno enorme per l’ambiente e le risorse ittiche – dichiara Serena Maso, della Campagna Mare di Greenpeace -. Ancor più grave è che questo tipo di attività siano frequenti se non addirittura quotidiane in questo tratto di costa toscana. Da anni i pescatori artigianali locali chiedono aiuto al Ministero e alle Autorità, ma a fronte delle tante segnalazioni i pirati del mare continuano indisturbati a operare».
«I pescherecci a strascico, sono molto più grandi, potenti e impattanti rispetto alle barche della piccola pesca artigianale che, se praticata in modo corretto, ha un minor impatto sull’ambiente – si legge nella nota -. Per questo la pesca con le reti a strascico è consentita oltre le tre miglia di distanza dalla costa o a profondità superiori ai 50 metri. Regole precise che servono a preservare le risorse marine e habitat di primaria importanza per la riproduzione e la crescita di molte specie, come le praterie di posidonia (Posidonia oceanica) e di Cymodocea nodosa».
«Nel litorale maremmano i pescatori locali si sono dovuti organizzare da soli, realizzando il Progetto “La Casa dei Pesci” www.lacasadeipesci.org allo scopo di finanziare la messa in mare di barriere artificiali per prevenire attività di pesca a strascico illegale e proteggere questo meraviglioso tratto di costa toscana e le risorse che lo popolano – sottolinea la nota -. Greenpeace è al fianco di questi pescatori onesti e coraggiosi e ha deciso di sostenere questo progetto, ma il governo e le autorità devono farsi carico di questo annoso problema».
«Ci chiediamo cosa stiano facendo la Guardia Costiera e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per reprimere e prevenire queste attività di pesca illegale, denunciate numerose volte. L’Italia ha da poco evitato una procedura d’infrazione per non aver saputo controllare e prevenire adeguatamente la pesca illegale, ma è evidente che i controlli sulla pesca a strascico illegale nel litorale maremmano non sono sufficienti. Dopo questo ennesimo episodio, chiediamo al ministro Martina di rispettare gli impegni presi adottando provvedimenti immediati! Chiediamo anche ai cittadini di unirsi a noi e far sentire la loro voce, firmando il nostro appello http://innomedelmare.greenpeace.it» conclude Maso.
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