FIRENZE – “Cinque anni fa qualcuno parlava di una Toscana ‘seduta’. Quella Toscana, dentro la crisi, è invece diventata una Toscana dinamica. E’ riuscita a contenere la perdita di Pil, la disoccupazione, il suo export ora primeggia. La Toscana ha speso i fondi comunitari, è riuscita ad anticipare i bandi del nuovo settennato, a far fronte a tagli importanti che potevano minacciare la tenuta dei servizi, la scuola, la sanità, il sociale, su cui anzi spesso siamo intervenuti in sostituzione dello stato. Quella appena conclusa è stata anche una legislatura di riforme: penso al governo del territorio, al piano del paesaggio, al sistema aeroportuale, alla legge sulle cave, agli accordi di programma per la costa, Piombino, Livorno, Massa Carrara che possono aprire davvero un futuro alla regione, alla legge 65 che impedisce un ulteriore consumo di suolo, alla riforma sanitaria che vogliamo fare per confermare il nostro primato in materia di livelli essenziali di assistenza, ai progetti Giovanisì. La Toscana “seduta” è diventata Toscana dinamica, e adesso vogliamo continuare a fare di più e meglio”.
Sono i propositi espressi oggi da Enrico Rossi, candidato per la seconda volta alla carica di presidente della Regione Toscana, nel corso della presentazione della campagna elettorale e del comitato elettorale a Firenze. Rossi ha disegnato una Toscana vicina ai cittadini, presente sui territori, impegnata in un dialogo costante con i comuni e le forze sociali: “Non si può governare in solitudine – ha proseguito – e non esistono riforme calate dall’alto”.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, Enrico Rossi ha anche affrontato alcuni temi politici. In primo piano le elezioni regionali, il rischio astensionismo, le divisioni nel Pd e nella sinistra e la mancanza di un competitor unico a destra: “Sono preoccupato per la partecipazione – ha ammesso Rossi – e dobbiamo far di tutto per sconfiggere il legittimo rancore dei cittadini nei confronti della politica per la crisi e anche per comportamenti sbagliati. Qui in Toscana abbiamo reintrodotto le preferenze e questo significa entrare in un meccanismo di competizione anche all’interno del partito, che, senza esagerare, è in parte fisiologico”. “Se sarò riconfermato – ha aggiunto il presidente uscente della Toscana – starò, di diritto, nel dibattito politico nazionale, dandomi un profilo autonomo nel dibattito interno al Pd”.
Sulla vicenda della divisione della sinistra in Toscana, Enrico Rossi si è espresso così: “Hanno pesato di più, mi pare, le vicende nazionali. Io sono sempre stato in una sinistra di governo”.
Qualche parola anche sulla destra e la Lega: “Al momento non c’è un vero competitor – ha annotato – e questo non è un bene, è l’effetto della crisi della politica che attraversa il paese e il centro destra. Quanto alle polemiche di Zaia è sopra le righe. L’unica bancarotta che vedo è quella della Lega in Veneto che ha messo a repentaglio la sua elezione”.