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MARINA DI ALBERESE – La spiaggia “ritrovata”. Da oggi a Marina di Alberese, nel cuore del Parco della Maremma, in uno dei luoghi più suggestivi della nostra terra e più amati dai turisti di tutto il mondo, si può nuovamente camminare sulla sabbia.
Grazie al progetto realizzato dal Consorzio di Bonifica Toscana sud, finanziato dalla regione con un investimento di dieci milioni di euro, è ricomparsa la spiaggia nella zona di Marina di Alberese, nell’ala sinistra del delta dell’Ombrone.
Questo è stato possibile con la realizzazione di 6 pennelli a mare, barriere collocate sotto la superficie dell’acqua, della lunghezza di 250 metri ciascuno. Un’opera importante anche da un punto di vista ingegneristico che ha scongiurato un pericolo concreto, quello che l’erosione marina potesse mangiarsi definitivamente uno degli angoli più famosi del Parco.
“Qui il mare – spiega il presidente del Consorzio Bonifica, Fabio Bellacchi – era arrivato ormai a minacciare il piazzale di sosta delle auto e si era preso perfino un ristorante, completamente distrutto e ingoiato dall’avanzata delle acque salate. Le onde erano arrivate a portare via gli alberi più vicini al mare nella splendida pineta granducale, danneggiando anche le vecchie opere idrauliche e di bonifica. Il progetto, dopo aver superato le verifiche di compatibilità ambientale, è stato oggetto di un accordo di programma e infine è stato frealizzato in più stralci, utilizzando risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana anche attraverso un POR. Noi, come Consorzio di Bonifica, siamo stati il soggetto attuatore dell’intervento. Negli ultimi anni, lavorando solo durante l’inverno, sono stati creati i pennelli sommersi in pietra per trattenere la sabbia e un argine come quello che già esisteva a protezione della pineta e degli ambienti di duna e retroduna”.
“Il fenomeno erosivo – commenta il presidente del Parco della Maremma, Lucia Venturi – oltre a far scomparire gran parte del litorale, che rappresenta un’importante attrazione turistica, aveva progressivamente incrementato le problematiche connesse all’ingresso di acqua salata nella zona pinetata. Il crollo definitivo nel 2000 del primo argine realizzato lungo la linea di costa, permetteva una copiosa penetrazione di acqua salata verso l’interno con danni incalcolabili sull’habitat retrodunale. Da qui la necessità di attuare un intervento di stabilizzazione della costa e di difesa della foce del fiume Ombrone. Oggi i risultati del monitoraggio delle specie e degli habitat interessati dalle opere realizzate – iniziato prima dei lavori e tutt’ora in atto – ci indicano che non solo abbiamo risolto il problema erosione ma che l’intero ecosistema ha risposto positivamente”.
Qualità e tempi ragionevoli per la realizzazione dell’intervento, due fattori che non sempre vanno di pari passo. Li evidenzia nel suo intervento l’assessore regionale Anna Rita Bramerini. “Faccio i miei complimenti al Consorzio di Bonifica e al Parco per questo intervento. La spiaggia oggi si è ampiamente ricostituita, ha retto alle violente mareggiate dello scorso inverno e di fronte all’argine si sono riformati ampi chiari che rappresentano un habitat importante per molte specie. Con il primo intervento era stato costruito un argine sulla sponda destra del fiume Ombrone, lungo circa 1.300 metri e parallelo alla linea di costa, ma arretrato di 150 metri rispetto alla foce. Nel novembre 2013 sono iniziati invece i lavori della seconda parte del progetto, con la realizzazione di quattro pennelli a terra, a protezione dell’argine, e di sei pennelli soffolti a mare per la stabilizzazione dell’area litorale; i lavori sono stati interrotti tra marzo e dicembre 2014 e ripresi e completati nel corso di questo inverno, con evidenti risultati positivi. Questa è zona di enorme pregio e siamo davvero soddisfatti.”.
“Da questi lavori – conclude il sindaco di Grosseto e presidente della Provincia Emilio Bonifazi – ne guadagna l’ambiente, l’integrità dell’area parco e anche il turismo. Strappare al mare e soprattutto al sale una delle nostre spiagge più belle e delle pinete più preziose era infatti un obiettivo indifferibile. Era una scelta obbligata, ma non per questo semplice. In Maremma l’abbiamo portata avanti grazie ad uno sforzo finanziario imponente della Regione Toscana e al lavoro qualificato del Consorzio Bonifica. Oggi, qui, ci troviamo di fronte alle “grandi opere” che ci piacciono, quelle che non mettono a rischio ma che salvano e riqualificano. La Toscana è in questo da sempre un passo avanti a tutti gli altri e l’evento di oggi non fa che confermarlo”.