di Sabino Zuppa
MARINA DI GROSSETO – Un peschereccio pirata rischia di travolgere una piccola barca da pesca artigianale proprio davanti al porto di Marina di Grosseto, a non più di 6-700 metri dalla riva, in una zona dove la pesca a strascico è assolutamente vietata. A denunciare ciò che è accaduto la notte di giovedì santo è stato un pescatore artigianale di stanza nel porticciolo grossetano, Roberto Culotta, conosciuto nell’ambiente marinaro della frazione balneare con l’amichevole soprannome di “Chioccino” il quale si è presentato il giorno dopo presso la delegazione di spiaggia della Guardia Costiera di Marina di Grosseto per raccontare e sporgere denuncia per quanto accaduto.
«Mi ero alzato presto quel giorno, volevo uscire per fare la “mattinata” come diciamo noi in gergo quando caliamo le reti al mattino presto per salparle dopo alcune ore – spiega il pescatore – e mentre mi stavo preparando per cominciare a rilasciare le reti in mare ho sentito un rumore strano che proveniva dalla mia destra, dalla parte di Castiglione della Pescaia. Lì per lì mi si è ghiacciato il sangue, mi sono fermato e poco dopo ho visto sfilare al mio traverso, su una batimetrica di circa 10 metri, la sagoma di un peschereccio di medie dimensioni che procedeva a luci spente verso Bocca d’Ombrone, con i cavi dello strascico tesi e le reti da pesca in mare. Nonostante ci fosse la luna piena ho visto solamente la sagoma e mi sono fermato per aspettare che passasse anche la rete, visto che quest’ultima dista di solito circa 200 metri dall’imbarcazione e, se io avessi calato, avrebbe portato via le mie reti da posta».
«Non sono riuscito a distinguere il nome e la targa del peschereccio – continua Culotta – proprio perché lo stesso navigava pericolosamente con le luci spente allo scopo di non farsi riconoscere. Un fatto che, purtroppo, non era la prima volta che accadeva: ho già visto in altri posti, quali Bocca d’Ombrone e Cala di Forno, altri singoli pescherecci effettuare illegalmente pesca a strascico in vicinanza della costa e a profondità non consentita e sempre a luci spente. E proprio questa penso che sia la cosa più grave – conclude il pescatore di Marina – perché oltre al danno all’ambiente marino e all’economia della piccola pesca, certe attività rappresentano comunque un grosso pericolo per la sicurezza della navigazione delle barche che entrano ed escono dal porto».