GROSSETO – «Saranno i cittadini a pagare le valutazioni errate del Comune» così Fabrizio Rossi, capogruppo in consiglio comunale do Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale interviene sull’area Peep del Pizzetti. «Già nell’ottobre del 2013, chiesi di convocare la V° commissione di controllo e garanzia affinché fosse fatta luce sulla situazione per trovare una soluzione, prima di chiedere ai cittadini il salasso, che sa di beffa più che di conguaglio».
«L’amministrazione disertò le commissioni convocate dal presidente Angelini – prosegue Rossi -, in modo tale da non far luce su certi passaggi poco chiari sulla valutazione dei terreni, che di certo non erano di competenza degli ignari cittadini, in cerca della prima casa. Nel frattempo è nato un intero quartiere e la vicenda della valutazione dei terreni ha visto solcare le aule giudiziarie con gli esiti che tutti conoscono».
«Ma quali sono state le attività dell’ente dal 2013 ad oggi? Quali trattative sono state poste in essere con le cooperative? E con le proprietarie da indennizzare? Bonifazi aveva assicurato agevolazioni per il pagamento, ma erano solo promesse elettorali o è stato fatto qualcosa di concreto – chiede ancora Fratelli d’Italia -? Tale effettivo esborso di denaro sarà esclusivo appannaggio delle tasche dei grossetani proprietari dell’alloggio, ma ignari dell’errata valutazione dei terreni effettuata dal comune di Grosseto?»
«Affrontare la vicenda dell’area PEEP villa Pizzetti, dove 400 famiglie stanno col fiato sospeso dopo la sentenza della Corte di Appello di Firenze che ha condannato il Comune di Grosseto a risarcire i proprietari dei terreni per oltre otto milioni di euro, è certamente una priorità. Le famiglie, nel giro di poco tempo, dovranno sborsare una cifra che si aggira tra i 15 e i 30 mila euro ciascuna in base all’abitazione, al Comune di Grosseto – conclude Fabrizio Rossi -. Non è accettabile che 400 famiglie che intendevano comprare la prima casa a prezzi economici si trovino adesso a pagarla ad un prezzo addirittura superiore al mercato».