di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Fa discutere il Sistema Telematico Acquisti Regione Toscana, ovvero Start, con il quale gli enti pubblici stanno appaltando i lavori sotto la soglia del milione di euro. Un sistema che non piace affatto al mondo edile, meno che mai alle imprese grossetane che si stanno trovando in netta difficoltà. In sintesi, il nuovo metodo di assegnazione delle gare di appalto prevede, nell’ottica di una esasperata trasparenza, una procedura di sorteggio telematica in grado di selezionare 10 imprese e da questa sorta di graduatoria casuale, permette di scegliere l’azienda in grado di aggiudicarsi i lavori.
«Il momento del settore edile è difficile, non stiamo rimarcarlo – spiega il presidente di Ance Grosseto Andrea Brizzi -. La situazione è ancora più grave, in provincia di Grosseto, principalmente per due fatti principali: la diminuzione delle gare di appalti pubblici e la procedura Start che in alcuni casi non consente nemmeno di partecipare». Un malcontento, quello delle ditte locali che spesso si vedono scavalcate da imprese provenienti da fuori provincia e in alcuni casi anche da fuori regione. «La stima è piuttosto significativa – precisa il vicepresidente di Ance Grosseto Rossano Massai -, su 90 gare con la procedura Start si viene estratti circa 10 volte, ma ciò non garantisce che poi il lavoro venga assegnato. Per questo tanto vale indire delle gare aperte, così almeno si ha la certezza di poter partecipare».
La procedura Start fu introdotta nel 2012, a seguito dei catastrofici eventi alluvionali. In un primo momento sembrava un espediente transitorio, ma in breve tempo è diventato una linea seguita da molti enti pubblici, come ad esempio la Provincia, piuttosto che i comuni Grosseto e Orbetello. «Vero che occorre trasparenza, ma i lavori pubblici non possono essere assegnati in maniera casuale – puntualizza il direttore di Ance Grosseto Mauro Carri -. Occorre che venga rispettata anche la rotazione e la proporzionalità che l’estrazione casuale non può garantire. Chiaro che su questa base e su queste scelte, sia politicamente che a livello amministrativo, ci sono delle precise responsabilità da prendersi».
Sull’argomento intervengono anche i sindacati, disposti a scendere in campo al fianco di Ance Grosseto. «Le scelte rimandate alla dea bendata preoccupano non poco – aggiunge il segretario provinciale della Fillea Cgil Gianni Bracciali -, perché non si valutano attentamente i valori delle imprese locali. A questo c’è da aggiungere che è accettabile la perdita di occupazione che il sistema Start, unito alle difficoltà del settore, sta creando». «Purtroppo la nostra sta diventando “zona di rapina” – conferma Pio Vitobello. segretario provinciale Feneal Uil -, sempre più ditte esterne stanno depauperando il patrimonio del territorio, contiamo che si torno a praticare selezione su ditte locali». «La procedura Start è legale e corretta, quel che però denunciamo è la mancanza di sensibilità da parte degli enti pubblici – conclude Alvaro Bellotta della Filca Cisl -. Restano comunque delle storture nel sistema che spesso si verificano con ditte da provenienti da fuori regione. E’ capitato che vengano inizialmente estratte, ma poi non abbiano i giusti requisiti, con lavori che restano bloccati». L’azione di Ance e sindacati, in ogni caso, non si arresterà al malcontento, ma verrà portata avanti con incontri diretti in grado di coinvolgere gli enti appaltanti della provincia di Grosseto.