GROSSETO – Gli operatori balneari rischiano di perdere le concessioni demaniali e le strutture di loro proprietà prima del 2020 senza alcun indennizzo. Dalla Conferenza delle Regioni si è però appena aperto un fronte comune per i diritti degli imprenditori del settore: sul tema “proroghe”, infatti, le Regioni costiere hanno approvato un documento che appoggia la richiesta degli operatori fatta alla Corte di Giustizia Europea sulla validità della proroga al 31 dicembre 2020. La notizia è stata accolta con soddisfazione da parte della Confcommercio di Grosseto, da anni al fianco delle tante aziende balneari della provincia, messe a dura prova da un sistema normativo fortemente penalizzante.
Fanno notare dall’Ascom: «Mentre in Italia si sta ancora discutendo, aprendo tavoli di confronto, al fine di garantire l’attività per ulteriori cinque anni, in altri Paesi dell’Unione le stesse concessioni sono state prolungate di 75, 50 o 30 anni. Caso esemplare è quello della Spagna, dove la lunga proroga ottenuta ha determinato la sicurezza per i titolari degli stabilimenti che hanno così ricominciato ad investire sulle strutture esistenti, con effetti ovviamente positivi in termini di qualità dei servizi e di offerta turistica complessiva, con prospettive di sviluppo economico importanti».
Questo perché la direttiva Bolkestein in Spagna non ha influito sulle scelte del Governo ed anzi non è mai stata considerata come un problema. «La soluzione, dunque, si può trovare per uscire da questo impasse che, oltretutto, paralizza gli investimenti nel settore – spiegano ancora da Confcommercio Grosseto – in quanto gli stabilimenti balneari dovrebbero essere considerati non più ‘imprese di servizio’, ma ‘imprese commerciali’ così come sono oggi a tutti gli effetti».
Il Sindacato dei Balneari di Confcommercio (SIB) ha inoltre avviato un percorso di modifica del Codice della Navigazione finalizzato all’introduzione di un principio sacrosanto: il riconoscimento di un indennizzo al concessionario uscente. Questo ricordando anche la recente sentenza del Tar della Toscana nella quale si afferma che il concessionario è proprietario dei beni che stanno sull’area demaniale.