FIRENZE – Lunigiana, Valdinievole, Prato, Valdera, Elba, Alta Val d’Elsa, Arezzo, Amiata Grossetano, Firenze, Valdarno e Casentino. Sono queste le zone in cui a breve partiranno 16 sperimentazioni di soluzioni abitative per anziani fragili autosufficienti. Lo ha stabilito una delibera presentata dalla vicepresidente Stefania Saccardi e approvata dalla giunta regionale. Le sperimentazioni rientrano tra quelle promosse dalla Regione lo scorso luglio nell’ambito dell’attivazione di percorsi assistenziali innovativi per anziani, disabili e minori.
“Con questo atto – ha spiegato la vicepresidente – aggiungiamo un altro importante tassello al progetto complessivo avviato la scorsa estate per la promozione di percorsi assistenziali diretti alle fasce deboli della popolazione: anziani, disabili, minori. In questo caso andiamo a dare una risposta a persone anziane fragili che hanno bisogno di una particolare protezione, sperimentando percorsi assistenziali basati su forme di residenzialità sociali e solidali, integrate nella comunità locale ed in grado di mantenerne condizioni di benessere psico-fisico. Persone che non possono continuare a vivere presso la propria abitazione ma per le quali diviene indispensabile una soluzione che possa garantire loro continuità nello stile di vita e identità preservandone relazioni, abitudini, percezioni, capacità ed emozioni”.
Le proposte pervenute in seguito all’avviso pubblico emanato dalla Regione sono state in tutto 28, provenienti da 16 soggetti (Asl e Società della Salute). Quelle approvate, dopo la valutazione dei requisiti effettuata da apposita commissione regionale, sono state 16. Ciascuna soluzione abitativa sperimentale è destinata ad anziani fragili autosufficienti (per ciascuno dei quali sarà individuato il profilo di bisogno attraverso uno specifico Progetto Assistenziale Personalizzato definito dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare) e potrà accoglierne fino ad un massimo di 10. I requisiti essenziali delle sperimentazioni sono tali da consentire agli ospiti di poter condurre una vita autonoma: assenza di barriere architettoniche, spazi ed impianti tecnologicamente attrezzati per garantire sicurezza e comfort, eventuale erogazione di sistemi di telesoccorso, telecontrollo e telecompagnia, collocazione territoriale collegata a vari servizi ed in prossimità di centri diurni o residenze socio -assistenziali per favorire attività di socializzazione e riabilitazione e garantire la continuità, integrazione e socializzazione con la comunità locale circostante, presenza di un referente e reperibilità di un operatore 24 ore al giorno 7 giorni su 7.
In base a specifiche esigenze potranno essere previsti servizi accessori aggiuntivi: assistenza domiciliare, frequenza di centro diurno socio-assistenziale, fornitura di pasti o generi di prima necessità a domicilio, assistenza psicologica, ginnastica di mantenimento, interventi di socializzazione e compagnia con personale volontario, pulizia dell’alloggio, lavanderia, trasporto ed accompagnamento e assistenza per il disbrigo di pratiche burocratiche e altro ancora.
La delibera, sempre in base alle valutazioni fatte dalla commissione regionale, ha approvato anche le integrazioni richieste per l’attivazione di 21 progetti sperimentali di moduli a “bassa intensità assistenziale” presso Rsa e/o strutture miste per anziani non autosufficienti. Progetti che a questo punto vanno ad aggiungersi ai 5 già avviati.