di Sabino Zuppa
MONTE ARGENTARIO – Il colpo a sorpresa dell’esenzione dal pagamento dell’Imu agricolo per gli abitanti di Monte Argentario, dovuto alla particolare classificazione Istat che ha inserito il promontorio nella lista dei comuni montani, potrebbe essere anche annullato dalla guerra di ricorsi attualmente in atto su territorio italiano.
Proprio la discussa inclusione del promontorio in questo elenco, per capirsi in maniera simile ad un territorio sulle pendici dell’Amiata o sulle Dolomiti, non è infatti passata inosservata e sta cominciando a diventar un esempio additato da tutta la stampa economica nazionale: sono molte infatti le località che non hanno avuto tale beneficio pur essendo localizzati a diverse centinaia di metri di altezza.
Montefiascone (Viterbo) e Montemiletto (Avellino), ad esempio, sono arroccati a 600 metri di altitudine e non sono classificati come Comuni montani, così come i Comuni di San Cesareo (312 mt) e Colonna (343 mt) sui Castelli Romani hanno dovuto pagare l’Imu, mentre oltre al Monte Argentario altre località che si trovano quasi sul livello del mare, come Trattalias e Domus Novas in Sardegna, sono esenti dal pagamento con la stessa motivazione.
Disparità e stranezze che hanno indotto, tra gli altri, l’Anci Lazio e tutti i Comuni del Lazio, a presentare ricorso al Tar regionale impugnando la classificazione Istat (ossia il criterio definito dal decreto legge n. 4 del 24 gennaio 2015) per stabilire chi è esente e chi non lo è. Una classificazione che contiene le distinzioni di Comuni “totalmente montani”, “parzialmente montani”, “non montani che è ritenuta ingiusta ed illegittima e per la quale l’Istat sarà chiamata presto a dare delle spiegazioni.
E se non ci dovesse riuscire, non è escluso che anche i proprietari di terreni agricoli di Monte Argentario, dalle piccole vigne agli appezzamenti più grandi, potrebbero essere costretti a pagare. Una cifra globale non eccessivamente alta, data la conformazione del promontorio, il cui eventuale pagamento improvviso non meraviglierebbe nemmeno il sindaco, Arturo Cerulli: «Adesso in Italia non c’è più da meravigliarsi di niente – chiosa lui – tutte le decisioni possono essere stravolte dai ricorsi. Ed è possibile tutto ed il contrario di tutto. Ed anzi, potrei dire che mi meraviglierei se davvero un giorno, o per una volta, filasse tutto liscio».