GROSSETO – La svolta che era stata annunciata alla fine è arrivata. L’accordo per la realizzazione dell’autostrada tirrenica è stato raggiunto. Formalmente il “patto” sarà formalizzato entro la fine di maggio, ma oggi, dopo il rinvio della scorsa settimana, è stato fatto il passo decisivo per fissare le prossime tappe che porteranno all’apertura dei cantieri.
Sì perché oltre a fissare la data della firma del protocollo, entro il 30 maggio e quindi prima della scadenza elettorale delle regionali, è stato anche fissato il termine per la presentazione del progetto esecutivo. Dovrà essere pronto prima della fine di settembre.
All’incontro di oggi tra il governatore Enrico Rossi, il viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, i rappresentanti della regione Lazio e della Sat (la società che dovrà realizzare l’autostrada e che ormai controllata da Autostrade per l’Italia), è stato ribadito che il nuovo corridoio tirrenico prevederà un nuovo tratto autostradale tra Civitavecchia e Grosseto sud, mentre tra Rosignano e Grosseto sud sarà adeguato l’attuale tracciato della variante Aurelia.
L’opera dovrebbe costare circa 1,5 miliardi di euro per un tracciato di poco superiore ai 200 chilometri.
«Un significativo passo in avanti in una giornata in cui, con il governo, abbiamo lavorato su alcune delle questioni strategiche per lo sviluppo della costa toscana, affrontando le questioni relative ai tempi e alle risorse. Sulla Tirrenica, in particolare, abbiamo individuato gli impegni che già nei prossimi mesi ci consentiranno di porre le condizioni per la realizzazione di questa opera strategica». E’ quanto ha voluto sottolineare il presidente Rossi.
Tra le questioni affrontate quella del finanziamento dell’autostrada, con l’ipotesi di risorse reperite tramite le tariffe sui 3 mila chilometri della rete nazionale di Autostrade, ma anche quella del pedaggio per i residenti che potrebbero essere più penalizzati dal pagamento alle barriere.
«Stiamo lavorando alla possibilità di una convenzione che preveda un sistema di sgravi per ragioni di lavoro e ragioni sociali – ha ricordato Rossi – utilizzando a questo scopo le risorse che arriveranno alla Regione, secondo quanto previsto dalla legge, dall’affitto del sedime dell’Aurelia».