a cura di Giulia Carri
HEERLEN – Giacomo Ferroni 31 anni di Marina di Grosseto, vive e lavora in Olanda dove esporta i ‘gioielli’ della gastronomia maremmana.
Dalla Maremma in Olanda, come è successo?
“La passione per i viaggi, soprattutto in Europa, è cominciata presto. Marina di Grosseto è un posto molto piacevole d’estate, ma d’inverno è un po’ meno vivo diciamo, quindi fin da ragazzino ho cercato di viaggiare il più possibile durante i mesi invernali”
Dove sei stato?
“Ho cominciato con l’Irlanda, poi sono stato un po’ in Spagna e a seguire nella Repubblica Ceca, poi alla fine ho deciso di fermarmi in Olanda.”
Cosa facevi in Italia?
“La mia famiglia ha un hotel a Marina di Grosseto dal 1949 dove ho sempre lavorato durante la stagione estiva fin da quando frequentavo il liceo, e dove ho fatto di tutto il lavapiatti, il cuoco fino al direttore d’albergo. Ho lavorato in azienda per sei anni, finché ho deciso di seguire la mia strada e mettermi alla prova da solo. Non è stata una decisione facile, ho comunque lasciato una carriera sicura in hotel, ma ho voluto rischiare perché sentivo che potevo fare qualcosa di diverso.”
Come mai alla fine hai scelto l’Olanda?
“Diciamo che è stata un po’ l’Olanda che ha scelto me… Una sera di 5 anni fa ho offerto da bere ad una ragazza olandese che era in vacanza a Marina di Grosseto, con cui alla fine mi sono sposato ed abbiamo una bambina, Lola.”
Quindi la prima volta sei partito per amore?
“Sì, sono partito per rivederla. Non pensavo di trasferirmi, ma da subito ho trovato lavoro e la mia permanenza si è prolungata sempre di più e adesso sono quasi 5 anni che vivo qua.”
Che lavoro hai trovato?
“Per alcuni anni ho fatto il cuoco. Prima in una gastronomia che fa anche catering, poi sono passato ai ristoranti più tradizionali. L’essere italiano e l’esperienza in albergo mi hanno aiutato a trovare da subito dei buoni lavori nella ristorazione. E’ un settore molto ben retribuito in Olanda, il che non mi ha solo permesso di mantenermi con un buon tenore di vita, mi ha dato anche la possibilità di costruire una rete di contatti e capire il mercato gastronomico olandese, in modo da poter finalmente avviare il mio business.”
Di cosa si tratta?
“Importo eccellenze enogastromomiche della Maremma. Soprattutto olio, vino e salumi, per gastronomie specializzate in prodotti di altissima qualità che si chiamano delicatessen, o clienti privati. Lavorare nei ristoranti mi ha fatto capire il gusto degli olandesi in merito al cibo e adesso so cosa può funzionare o meno sul mercato. Fin dall’inizio abbiamo avuto buoni risultati, gli olandesi amano mangiare bene e spendono per avere una certa qualità nel cibo, a maggior ragione se è un marchio italiano, ancor più se biologico o un prodotto di nicchia come i presidi slow food.”
A parte il lavoro come ti trovi in Olanda?
“Io vivo nel sud del paese, vicino Maastricht, che è più accogliente e socialmente meno freddo rispetto al nord. Questo mi ha permesso di ambientarmi bene da subito in una realtà sociale che è seria e produttiva, ma anche godereccia e festaiola al momento giusto. Ho subito stretto delle belle amicizie con le quali ci divertiamo, ma scambiamo molto anche a livello professionale. Questa è stata una cosa nuova per me che mi ha aperto la mente sotto molti punti di vista. Inoltre le persone sono oneste e dirette, altra cosa che spesso in Italia manca.”
C’è qualcosa che non ti piace?
“Un po’ la società del nord dell’Olanda, troppo fredda e orientata a fare soldi, e decisamente il clima. Manca il sole e mancano le nostre belle stagioni, spero col tempo di abituarmi, ma la vedo dura. Per fortuna posso venire in vacanza in Maremma quando voglio.”
A parità di condizioni torneresti?
“A parità di tenore di vita, meritocrazia nel sistema del lavoro e politiche sociali a favore dei giovani sì. Ma queste condizioni sono ancora lontane in Italia, purtroppo.”