GROSSETO – Cgil, Funzione pubblica e sindacato pensionati sono preoccupati per i ritardi nel processo di riorganizzazione previsto dalla Delibera regionale 1235/2012 e per gli esiti che dal 2016 potrebbe avere in Maremma l’entrata a regime della Asl unica dell’Area vasta Toscana sud. «Una preoccupazione condivisa da cittadini e lavoratori, perché si tratta di una riforma complessa, ancora non ben definita, e fortemente condizionata dal taglio delle risorse operate dal Governo nei confronti delle Regioni». Affermano dalla Cgil.
«Dalla riorganizzazione la Regione si aspetta anche una significativa riduzione del costo del personale e quindi degli occupati – prosegue la nota -; con il nostro territorio a rischio ridimensionamento della qualità e quantità di servizi. È inutile nascondersi, infatti, che la razionalizzazione delle risorse e la riduzione delle strutture tenderanno a favorire territori più centrali, come peraltro è già successo con la centrale operativa del 118, nella individuazione delle sedi di direzione ed erogazione di prestazioni complesse e d’eccellenza».
«Quando fu presentata la proposta di legge, la Cgil grossetana espresse nelle sedi di confronto tutte le proprie riserve – prosegue -. Oggi dobbiamo prendere atto che la legge è stata approvata, seppure con importanti modifiche. Per questo motivo siamo impegnati a seguirne anche sul livello locale l’attuazione, in un contesto di relazioni sindacali con l’Azienda sanitaria che devono fare il salto di qualità».
«La sanità grossetana, d’altra parte, in quest’ultimo periodo ha mostrato tutti i propri limiti – afferma ancora la Cgil -. Per questo vanno riacquisiti una dotazione di posti letto per acuti adeguata ai bisogni effettivi del territorio, dei pronto soccorso capaci di rispondere in ogni momento alle emergenze, una chirurgia di qualità che utilizzi a pieno gli investimenti fatti sulle strutture ed eviti la fuga verso gli ospedali delle altre province anche per interventi meno complessi. Rimane obiettivo primario il rafforzamento della medicina territoriale, attuando finalmente la sanità di iniziativa ed organizzando le cure primarie ed intermedie, condizione indispensabile al contenimento dei posti letto in ospedale. I nuovi letti di cure intermedie, ad esempio, sono solo 10 sui 56 previsti ed è stata aperta solo una Casa della salute delle 9 programmate».
«Molti di questi obiettivi stanno nei patti territoriali, di cui rivendichiamo il rispetto e l’attuazione. Bisogna dunque fare presto e presentarci all’appuntamento della riorganizzazione con un’azienda dotata di servizi efficienti ed efficaci, da preservare e valorizzare nell’ambito della programmazione di area vasta. Anche al fine di salvaguardare il sistema pubblico ed universalistico, che qualcuno in regione pensa di svendere al privato e che avrebbe già trovato speculatori interessati anche per il nostro territorio. In questo senso ci stiamo muovendo per definire con Cisl e Uil una piattaforma condivisa – conclude – su cui attivare un confronto con l’Azienda e con gli amministratori locali».