GROSSETO – Prime risposte ufficiali dopo la petizione “Stop silence, enjoy the music”, lanciata a Grosseto per chiedere maggiore flessibilità nell’organizzazione di serate musicali in centro.
Un’iniziativa che aveva raccolto molta attenzione in città e più di 2500 firme in pochi giorni. A promuoverla uno dei locali presi di mira proprio per la musica in centro: il Bar Ricasoli.
E propio al Bar Ricasoli questa mattina sono state rese note le risposte arrivate nei gironi scorsi dalla Regione Toscana e dall’ufficio legale del comune di Grosseto.
Un documento della giunta regionale, e in particolare dell’assessorato guidato da Anna Rita Bramerini, spiega che è «il comune che decide attraverso il piano comunale di classificazione acustica come si applicano i limiti» previsti dalla legge per quanto riguarda l’inquinamento acustico o in altre parole del rumore.
Il territorio infatti può essere suddiviso in classi, da 1 a 6, e per ogni classe ci sono dei limiti da rispettare in decibel. Per la regione dunque se una zona come il centro storico mostra dei limiti perché magari fa parte delle classi 1, 2 o 3, è il comune che può variare la classe della zona interessata e quindi consentire limiti di inquinamento acustico più elevati. La regione chiarisce poi che la classificazione acustica dipende solamente dalla destinazione d’uso della zona: residenziale, commerciale o per attività ricreative e così via.
Un’impostazione che però viene contestata dal comune di Grosseto. Secondo il parere legale che arriva da piazza Duomo infatti che nell’individuazione delle varie classi per inquinamento acustico i comuni si devono attenere a quelle che sono le indicazioni della regione. E quindi si riparte da capo.
«Sinceramente – dice Stefania Laurenti, consigliere comunale del Pd, che sin da subito aveva “sposato” la causa della petizione e la battaglia portata avanti dal Bar Ricasoli – non riusciamo che debba intervenire per cambiare le regole e avere un po’ più flessibilità».
«Limitare la possibilità di organizzare eventi, in questo caso di musica, in un momento così difficile per l’economia significa anche limitare le imprese di questo settore come il Bar Ricasoli. Non è solo una questione di “movida” e aggregazione per i giovani di Grosseto, ma è soprattutto una situazione che crea danni e limitazioni alle imprese e di conseguenza all’occupazione».
E mentre la situazione rimarrà per il momento in “stand by”, Stefania Laurenti annunciai che il quesito sui limiti da modificare è stato anche posto all’Anci. «Aspetteremo anche questo parere, ma comunque vada siamo convinti che andremo avanti perché vorremmo arrivare ad una soluzione che consenta di poter vivere il centro storico di Grosseto».
«Su questa nostra posizione ci piacerebbe sapere – conclude Stefania Laurenti – come la pensano i candidati del Pd al consiglio regionale visto che tra poco potrebbero essere loro a doversi occupare di questo tema».