GROSSETO – Inammissibile. Così la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del procuratore della Repubblica contro l’ordinanza del Tribunale del riesame di Grosseto che aveva annullato il sequestro preventivo, disposto dal GIP, dell’impianto di produzione di energia elettrica da biogas di proprietà della Agri Power Plus di Cinigiano.
La Suprema corte ha così accolto le tesi sviluppate dall’avvocato Alessandro Antichi che rappresentava uno dei titolari dell’azienda. «Il ricorrente – si legge nella sentenza in riferimento alla Procura – si limita all’esposizione del materiale raccolto in sede investigativa, e a riproporre un non consentito nuovo esame dell’intero impianto accusatorio già valutato in sede di merito». La Corte concorda dunque con la decisione del tribunale del riesame che aveva preso atto che «l’ipotesi accusatoria non resiste agli argomenti apportati dalla difesa. Perfino la configurabilità oggettiva dei reati contestati ne risulta revocata in dubbio. Si deve riconoscere l’insussistenza del fumus delicti commissi posto a fondamento della misura cautelare che deve essere revocata»
Uno dei motivi per il sequestro della struttura era il fatto che fosse stata messa in atto una truffa nella richiesta di contributi. In realtà la normativa, sulle rinnovabili prevede due step successivi: un procedimento di ammissione ai contributi, e, successivamente (sino a 18 mesi dopo) l’entrata in esercizio dell’impianto. Questo perché le due cose non combaciano. E solo a questo punto, quando l’impianto è a regime, arrivano i contributi.
Per info e approfondimenti: Giudice dispone dissequestro dell’impianto a biogas di Cinigiano. Antichi «Nessuna truffa»