MANCIANO – «Nel corso di un’affollata assemblea pubblica, tenuta domenica scorsa a Manciano, il presidente di Acquedotto del Fiora Tiberi ha ammesso l’errore commesso nei confronti degli utenti mancianesi negli anni 2013 e 2014 ed ha assicurato la platea sul fatto che le somme non dovute saranno restituite, con assegni pronta cassa, entro il mese di marzo e promesso che verrà istituito a Manciano uno sportello speciale per gli utenti defraudati. Il sindaco Marco Galli, intervenuto in assemblea, ha stigmatizzato l’errore di tariffazione e pubblicamente asserito di ritenere la privatizzazione del servizio idrico come un grave errore, contrario agli interessi dei cittadini». Così Andrea Marciani del comitato Beni Comuni Grosseto, commenta l’assemblea sui costi di depurazione dell’acqua.
«Per gli utenti idrici di Manciano – prosegue Marciani -, la grottesca vicenda del pagamento del “depuratore fantasma” è cominciato nel lontano 1994, l’Acquedotto del Fiora è subentrato alla gestione comunale nel 2002, nel 2008 la Corte costituzionale ha stabilito illegale il pagamento della voce depurazione per gli utenti non serviti da depuratore, obbligando quest’ultimo a restituire quanto avuto, ma l’Acquedotto ha restituito solo quanto versato nei cinque anni precedenti il 2008, ritenendo le somme pagate in precedenza cadute in prescrizione. Ancora prima di completare i rimborsi, dal 2009, aveva già ricominciato, grazie alla legge 13 del 2009, a pretendere un nuovo pagamento dagli utenti di aree in cui i depuratori fossero almeno in fase di progettazione, gravando coloro che erano stati rimborsati di oneri maggiorati. Alla fine di questo inestricabile pasticcio, grazie alle proteste di utenti mancianesi esasperati, in Acquedotto del Fiora si sono accorti che forse, dopo 21 anni di contributi versati per una depurazione inesistente, la progettazione del “depuratore fantasma” era stata coperta».