GROSSETO – «Si potrebbe obbiettare sulla opportunità, si può “gridare” la politica del pendolo, da un eccesso di tolleranza al massimo rigore, ma è innegabile l’alone di opacità che circonda feste e sagre e, all’interno di queste, la fioritura di mercatini artigianali che spesso del tutto artigianali non sono» A intervenire sono e Renzo Alessandri, e Carla Palmieri direttore e presidente di Rete Imprese Grosseto.
«I prodotti dell’ingegno, infatti, sono quelli in cui la componente di ingegno emerge – prosegue Rete Imprese -. Chi si diletta a fare (per esempio) dei posacenere e li vende all’intero di un mercatino, “vende” un prodotto del suo ingegno o maschera – eludendo il fisco – una operazione commerciale? E’ necessario fare chiarezza: valorizzando l’ingegno, perseguendo i tentativi di elusione e diradando l’opacità. Ma è proprio impossibile dar corso a controlli preventivi o regolamentare gli eventi?)».
«Ciò premesso vogliamo fare un’ulteriore precisazione. Il proliferare dei mercatini e delle sagre ha moltiplicato i cosiddetti mercatini artigianali – o presunti tali – che vengono allestiti all’interno di queste – si legge nella nota di Alessandrio e Palmieri -. Il “danno” economico che queste realtà inducono nella rete commerciale tradizionale non è facilmente stimabile ma non è (con i tempi che corrono) nemmeno trascurabile».
«Molti non sanno tra l’altro che il legislatore, varando la legge 443/85 (la cosiddetta legge quadro dell’artigianato) ha espressamente disposto che “nessuna impresa può adottare, quale ditta insegna o marchio, una denominazione in cui ricorrono i riferimenti all’artigianato se non iscritta all’Albo delle imprese artigiane” e che la stesso principio è stato ribadito dalle leggi regionali – continua la nota -. La sanzione a carico dei trasgressori (che sarebbe addirittura aggiuntiva a quella comminata dal Comune) era ed ancora è fissata in 5 milioni di vecchie lire. Contrabbandare un mercatino di hobbysti per un mercato artigianale, di conseguenza, potrebbe costare caro. Che dire, se il pendolo resta puntato – come peraltro sarebbe giusto – sul lato del rigore, forse siamo solo all’inizio».