di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Un video composto da fotografie, musica e voce narrante. E’ quello del progetto “Dare voce al silenzio”, presentato questo pomeriggio nell’auditorium della questura di Grosseto.
Un messaggio forte, diretto, da consegnare ai più deboli, siano essi minori, immigrati, donne, per trovare il coraggio della denuncia. Nel video composto dalle foto scattate da Luca Serafini, scorre veloce la storia di una donna, interpretata da Chiara Brogi, vittima delle violenze del marito, in questa circostanza Marco Buzzetti. In sottofondo, oltre la musica, la voce narrante di Manuela Bracciali che dà sostanza ai pensieri della donna colpita da violenza in ambito familiare. La paura, l’umiliazione, il maltrattamento e poi di nuovo la paura, quella di denunciare, di dire le cose come sono realmente accadute, sia ai medici del pronto soccorso che la curano dopo le percosse, sia alle forze dell’ordine. il filmato si conclude con la vittima che trova il coraggio di recarsi in questura, con il marito che viene arrestato e con una frase di grande effetto: “vi lascio la mia impotenza e la mia vergogna e mi riprendo la mia anima”.
Il video, della durata di pochi minuti, ha riscosso il favore dei partecipanti e ha aperto il dibattito sulla lotta alla violenza di genere. Già da novembre la Polizia ha infatti intrapreso un percorso a cui intende dare continuità, come dimostrato da quest’ultimo progetto. «Il filmato è molto forte e veritiero – spiega il questore Massimo Zanni -, l’intento è quello di stimolare le donne ad avvicinarsi alle forze di polizia. Quando succedono queste cose, spesso rimangono dentro, si cercano delle giustificazioni. Vogliamo quindi far comprendere che noi siamo vicini alle categorie più deboli e manteniamo l’impegno preso cercando di fare un importante lavoro di squadra».