GROSSETO – «Rispetto e ritengo legittimo, seppur non condividendolo, l’intervento della Confindustria, mentre considero sterile e pretestuosa la presa di posizione del direttore della CNA». Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confragricoltura Grosseto, interviene con alcune osservazioni in merito alle note espresse da Confindustria e dalla Cna provinciali relativamente all’accorpamento tra le Camera di Commercio di Grosseto e di Livorno. «Se gli Industriali si esprimono sul merito della questione, il direttore di Cna Renzo Alessandri fa riferimento a un dibattito chiuso in incontri “bilaterali” condotti dal presidente Lamioni e limitato al ristretto ambito degli organi camerali – prosegue Vivarelli Colonna -. Prendo spunto da questo per ricordare che nel consiglio di venerdì scorso la quasi totalità dei consiglieri, 18 su 19 presenti, ha votato sì per l’accorpamento tra Grosseto e Livorno in rappresentanza della quasi totalità delle associazioni del territorio: tutte e tre le organizzazioni del mondo agricolo, le due del commercio, una su due dell’artigianato, in più Federalberghi, edili, cooperative e consumatori. Tutte queste associazioni di rappresentanza hanno detto sì alla fusione».
«In seconda battuta, il direttore Alessandri allude alla motivazione che ha portato a questa scelta, che secondo il suo pensiero sarebbe da attribuire in modo esclusivo all’acquisizione del fondo perequativo. Certo questo elemento – prosegue Vivarelli – è stato tenuto in doverosa considerazione ma la scelta dell’accorpamento con Livorno, che abbiamo compiuto tutti liberamente, è molto più ampia e strategica. Non solo. Il consiglio di ieri non è stato certamente un esclusivo momento di votazione, visto che tutti hanno avuto il modo e il tempo per intervenire argomentando le proprie motivazioni in un’occasione di confronto che ha concluso un lungo periodo di dibattito sul territorio e non in via esclusiva, come ha scritto il direttore della CNA, nel ristretto ambito degli organi camerali. Anche io stesso, che non faccio parte della giunta camerale, ho avuto più occasioni per sviscerare la questione a fondo. Quelli che il direttore della CNA definisce, sminuendone il valore, “incontri bilaterali” con il presidente sono stati momenti di discussione e confronto forti con il comparto economico maremmano. Questi sono elementi che non vanno sminuiti, a meno che il direttore della CNA ritenga che i consiglieri non siano in grado di elaborare un proprio pensiero e quindi siano incapaci di intendere e di volere o di agire liberamente perché, – conclude Vivarelli Colonna – e lo ripeto citando i fatti, nel consiglio di venerdì hanno votato a favore 18 su 19 presenti. Tutti dobbiamo rispettare le decisioni assunte dalla maggioranza, così come la maggioranza ha apprezzato e rispettato chi ha espresso parere contrario come Claudio Renzetti, in rappresentanza delle parti sociali e chi ha scelto liberamente di non essere presente, come CNA e Confindustria».
E proprio il segretario della Cgil Claudio Renzetti, che era presente in rappresentanza dei sindacati, afferma «Ieri mi sono trovato solo soletto a dire più o meno le stesse cose (dette da Cna e Confindustria) e a votare contro. Trovo l’accorpamento con Livorno una scelta asimmetrica rispetto a dove è andato il mondo e che in termini di intercettazione delle risorse finalizzate a portare lavoro in Maremma ci fa fare un passo indietro. La situazione peggiorerà ulteriormente quando, a legge approvata, entrerà Pisa e noi ci troveremo periferia della periferia e pure fuori dall’area vasta. Comunque la democrazia ha le sue regole, e chi prevale democraticamente (anche se per 2 voti) ha ragione e per noi la cosa finisce qui. Mi ha sorpreso la scelta perché il modello di area vasta della Toscana due anni fa durante una audizione dedicata è stato condiviso da tutte (e sottolineo tutte) le associazioni datoriali presenti in consiglio camerale (ci sono pure i verbali) ed oggi rappresenta un consolidato modello di integrazione sociale politica ed economica fedelmente ricalcato anche da alcune associazioni che hanno votato per Livorno, modello sul quale ruotano attività fondamentali e che con il progressivo venir meno delle province prenderà sempre più campo. Ed il progetto per i porti e l’economia del mare c’è già, ne abbiamo visto alcune anticipazioni con l’implementazione dei porti di Castiglione e Punta Ala, ma è su base regionale ed è coordinato da ministero e regione. Una sola nota polemica la voglio fare: le Camere di commercio sono enti pubblici che svolgono una funzione importante per i territori, su questa vicenda dell’accorpamento veloce con Livorno non un solo partito politico o istituzione hanno speso una sola parola. Mi aspettavo una assunzione di responsabilità rispetto ad un ente pubblico che non è proprietà di nessuno. Capisco che sarebbe stato scomodo, ma lo avrei ritenuto un intervento doveroso per le comunità che si è scelto di rappresentare. Ora basta, se nessuno mi tira per la giacchetta su questa vicenda non parlo più. Tra l’altro, se non cambia l’orientamento del governo le CCIAA rischiano di diventare scatole vuote e allora ci si poteva fondere anche con Frosinone».
«Sono stupita delle polemiche in merito al percorso che ha portato alla creazione della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno fondendo gli enti di Grosseto e Livorno – interviene così Carla Palmieri, presidente di Confcommercio Grosseto –. Non capisco le lamentele per la mancanza di occasioni di confronto. E’ bene precisare che giunta e consiglio della Camera di commercio di Grosseto da agosto 2014 hanno doverosamente affrontato in tutti gli ambiti la questione delicata dell’accorpamento. Ma voglio sottolineare che io stessa, anche come presidente di Rete Imprese Italia Grosseto, ho promosso, su richiesta del presidente della CNA Riccardo Breda un incontro insieme al presidente della Camera di commercio per discutere sulla fusione, e a questo incontro ha fatto seguito un successivo. Quindi il dibattito è uscito anche fuori dagli organi strettamente camerali. Non comprendo dunque il perché di questa polemica ma invito ad abbassare i toni riflettendo soprattutto sul risultato del consiglio di venerdì scorso nel quale 18 consiglieri su 19 presenti hanno votato sì per accorpare l’ente camerale di Grosseto con quello di Livorno».