GROSSETO – Per ora sono in cinque, ma il numero è destinato a cambiare in breve tempo, e se crescerà o diminuirà lo scopriremo presto. Stiamo parlando dei candidati alla carica di presidente della Toscana.
Nella nostra regione si andrà al voto a fine maggio (o domenica 17 o domenica 24 maggio) e il conto alla rovescia per l’inizio della campagna elettorale e delle grandi manovre sulle candidature è iniziato da tempo.
Per il momento ci sono alcune certezze che riguardano soprattutto due candidati. Il riferimento è al governatore uscente Enrico Rossi, già scelto e presentato ufficialmente dal Partito democratico, per una nuova avventura da presidente, e Giacomo Giannarelli, candidato del Movimento 5 Stelle che gli attivisti “grillini” hanno scelto sulla rete già da alcune settimane.
Oltre a loro due in campo ci possiamo considerare anche Claudio Borghi, candidato della Lega Nord che propio oggi sarà nelle pizza del Mugello insieme a Matteo Salvini, leader del Carroccio. Salvini arriverà in Toscana questo pomeriggio per sostenere Borghi e di fatto aprire la campagna elettorale della Lega in una delle regioni dove ancora non è stata trovata una sintesi all’interno del centrodestra.
Parlando infatti proprio di centrodestra oltre al candidato della Lega, per il momento, resistono le altre due candidature dello schieramento alternativo al centrosinistra. Uno è Giovanni Lamioni, grossetano, per ora sostenuto da Forza Italia e Area Popolare (Udc più Ncd) e Giovanni Donzelli, candidato di Fratelli d’Italia.
In pratica il centrodestra, per ora, lo ripetiamo sarebbe diviso in tre, e metterebbe in campo tre squadre diverse: quella di Borghi, quella di Lamioni e quella di Donzelli.
Se alla fine nel centrodestra si riuscirà a trovare la quadra, forse, il numero dei candidati da tre si potrebbe anche ridurre. Certo, ad oggi, appare difficile, un dietrofront della Lega e del suo candidato, mentre altri scenari sarebbero sicuramente più possibili come ad esempio una convergenza tra Forza Italia, Area Popolare e Fratelli d’Italia.
Infine, come indicato nella nostra grafica, rimane un punto interrogativo, simbolo non tanto di un sesto candidato, ma un po’ della situazione che rimane ancora incerta.
Intanto c’è da dire che sicuramente una faccia in più rispetto a quelle che abbiamo indicato noi ci dovrà essere tra i candidati. La rottura tra Sel e Pd apre la strada ad una lista di sinistra che sosterrà un candidato presidente. E a sinistra i progetti che stanno nascendo per le regionali potrebbero anche essere più di uno. Questa però è soltanto un’ipotesi. Per avere il quadro più chiaro si dovrà attendere ancora qualche settimana.