SCARLINO – «Abbiamo chiesto di poter presentare alla Giunta del Comune di Scarlino i documenti già consegnati alla stampa il 27 gennaio scorso. La Giunta Comunale di Scarlino, per la prima volta, ha accolto questa proposta». Così Roberto Barocci, del Forum ambientalista, rende conto dell’incontro avuto con l’amministrazione scarloinese in merito «alle diverse omissioni di legge compiute dagli enti pubblici locali, avallate da Arpat e Usl, nelle procedure di bonifica dei siti inquinati al Casone di Scarlino».
«In un dibattito democratico, il Comitato per il No all’inceneritore, l’associazione Ambiente e Lavoro di Scarlino, la Coldiretti di Scarlino e il Forum Ambientalista di Grosseto hanno potuto esporre le loro ragioni e presentare alla Giunta le undici diapositive allegate, tutte tratte da autorevoli studi commissionati dallo stesso Comune di Scarlino alle Università e a gruppi di ricerca – prosegue Barocci -. La nostra proposta esplicitata nell’ultima diapositiva è quella di istituire una Commissione paritetica che verifichi il contenuto tecnico delle nostre critiche e consenta alla nuova Giunta Comunale in carica di cambiare rotta rispetto alle scelte del passato. La Giunta, a cui va il merito di aver avviato un dialogo democratico, farà le sue valutazioni e deciderà il da farsi, dichiarandosi altrettanto interessata alla risoluzione dell’annoso problema».
«Gli enti pubblici hanno omesso l’applicazione della legge: limitando i lavori di bonifica solo ad alcune aree e mai superando i confini di ciascuna proprietà, anche quando era dimostrata e documentata la presenza di inquinanti oltre tali confini; lasciando inquinati i terreni e le falde idriche per oltre vent’anni; lasciando inquinanti anche i siti dove sarebbe stata effettuata la “Messa in sicurezza permanente”; consentendo ad ENI di trasferire al Comune di Scarlino gli oneri di bonifica sul sito “ex bacini fanghi Solmine”, come abbiamo già documentato alla Stampa in passato».