GROSSETO – «Cari concittadini mi rivolgo a voi perché il dialogo con il sindaco che vi amministra è diventato, a questo punto, impossibile». Inizia così la lettera inviata dal collezionista Gianfranco Luzzetti ai cittadini di Grosseto dopo la risposta che era giunta dal sindaco Emilio Bonifazi.
«Potete confrontare le nostre ultime lettere e notare come, in modo pretestuoso e arrogante, il sindaco abbia stravolto i miei argomenti fingendo di non voler capire – prosegue Luzzetti -. Facciamo qualche esempio. Scrive: “La messa a disposizione a titolo gratuito dei locali delle Clarisse non è stata affatto un ultimatum ma un fatto”, fingendo di non capire che la vera natura del suo ultimatum non riguarda le Clarisse ma l’atto di donazione delle mie opere entro il 31 marzo. A questo proposito mi ringrazia “per aver definitivamente chiarito il fatto che tutta la vicenda non ha mai avuto a che fare con una donazione”, fingendo di non capire – dopo anni di mostre che preludono alla donazione post mortem e due opere già donate – che la mia dichiarazione si riferiva a una donazione “in vita”, e il lascito post mortem necessita di garanzie come quella di una vera ristrutturazione delle Clarisse per destinazione museale».
«La consegna delle chiavi a cui fa riferimento il sindaco non solo è “simbolica”, ma anche simbolicamente ridicola – prosegue il collezionista fiorentino ma di origini maremmane -, dal momento che è stata effettuata in campagna elettorale e che, dopo l’elezione del sindaco, nessuno mi ha avvertito dei lavori che intendevano fare nell’edificio. A questo proposito, il sindaco afferma che “a distanza di anni e a lavori finiti, veniamo a scoprire che le Clarisse non andrebbero più bene”, fingendo di non capire che a me le Clarisse vanno benissimo, ma non mi vanno bene le ristrutturazioni inadeguate e fatte di nascosto. Le Clarisse mi vanno così bene che nella mia lettera precedente ho scritto testualmente: “visitiamo insieme le Clarisse e vediamo se riusciamo a continuare il percorso intrapreso”. Ma l’offerta di continuare il percorso intrapreso, allestendo una mostra all’anno nelle Clarisse e donando contestualmente un’opera all’anno, secondo il sindaco non è “un’apertura che l’Amministrazione pubblica possa concretamente valutare”».
«L’apertura, secondo il vostro sindaco, dovrebbe essere quella di andare dal notaio entro il 31 marzo, donare tutte le mie opere e metterle in “splendidi locali ristrutturati”, fingendo di non sapere che quei locali non hanno impianti di sicurezza e di climatizzazione adeguati – puntualizza Luzzetti -. Si accontenterebbe, il vostro sindaco, di un “legato testamentario post mortem”? Pare di no, visto che nella sua lettera specifica che “non può mandare in malora splendidi locali ristrutturati lasciandoli vuoti in attesa di un evento che tutti speriamo avvenga il più tardi possibile”. Il vostro sindaco vuole tutto e subito, non prendendo assolutamente in considerazione – e quindi facendo finta di non conoscere – l’ipotesi di continuare il progetto iniziale, quello delle mostre periodiche con singole donazioni. La mia proposta di convenzione, così “irricevibile”, era un modo per facilitare la ripresa delle relazioni».
«Io non sono allergico ai notai. Il sindaco fa finta di non sapere che, in questi anni, dal notaio ci siamo andati molte volte – e al notaio, nonostante gli accordi purtroppo non disciplinati da alcuna convenzione, io ho lasciato 80.000 euro oltre la donazione di due opere che valgono complessivamente quasi un milione di euro – ma nessun accordo può essere firmato da un notaio se l’amministrazione evita qualsiasi tentativo di dialogo. Insomma, a ben vedere, il vostro sindaco fa continuamente finta di non capire e di non sapere. Allora la mia conclusione è questa: o è straordinariamente ottuso e malconsigliato, oppure è in malafede. In entrambi i casi non voglio più avere a che fare con lui. Che faccia pure nella Clarisse quello che sicuramente ha già intenzione di fare. Ha ragione: la questione non è tra me e lui, ma tra me e voi. Se veramente ci tenete al mio progetto, quindi, fatevi sentire. Grosseto ha già perso tante occasioni – conclude il collezionista – e voi meritate un rispetto che questa amministrazione non è in grado di garantirvi».