FOLLONICA – «Sbagliare è umano perseverare è diabolico». Così Fratelli d’Italia interviene nuovamente sulla polemica con il consigliere capogruppo di Gente di Follonica Ettore Chirici. «Ancora una volta, se mai ci fosse voluto la riprova, il consigliere Chirici veste il ruolo di professore che vuole insegnare a tutti come si fa politica».
«Dietro al vuoto, come mi ha finemente descritto – prosegue Agostino Ottaviani, capogruppo di Fratelli d’Italia -, c’è una persona che ha avuto l’umiltà di chiedere scusa immediatamente al consiglio e hai cittadini, sul numero legale (andate a vedere le registrazioni). E che sapeva molto bene di cosa si stesse discutendo. Piuttosto sarà il tempo a dire se le linee di indirizzo per il teatro saranno giuste e in linea con le spese previste. Quell’umiltà che il consigliere/professore Chirici non ha ridimostrato nella sua risposta, non chiedendo scusa a tutti i commercianti».
«Chirici non risponde al vero quesito a cui tutti si aspettavano una risposta: che senso avevano le sue parole? – chiede Gioventù nazionale Follonica -. La risposta nel comunicato non c’è, il consigliere ha preferito deviare il discorso sul teatro, il parco centrale, senza però dare una motivazione a quanto affermato. Saremo ripetitivi ma un consigliere che considera certe attività commerciali del golfo inutili per Follonica doveva, e deve tuttora, rendere delle serie e precise motivazioni, poiché riteniamo gravissimo che un membro del consiglio, per di più della maggioranza, voglia erigersi a giudice scegliendo quale attività è utile e quale no».
Anche l’Onda interviene sulle affermazioni di Chirici sul commercio nella città del Golfo. Affermazioni che Dario Piermaria definisce «gravi». «Parto dalle parole da lui pronunciate in consiglio comunale riportate testualmente dai giornali locali: “La cultura permette ai cittadini di Follonica di divertirsi e imparare qualcosa. Permette ai turisti di avere una motivazione di venire a Follonica, più di certi negozi che sono sostanzialmente inutili”. Nel rallegrarci nel constatare che – finalmente, dopo anni di richieste! – Follonica pare indirizzata a dotarsi di uno strumento culturale poliedrico quale un Teatro degno di questo nome, dobbiamo tuttavia esprimere perplessità sulle parole del consigliere, e nello specifico sul suo paragone tra la cultura, da una parte, e la qualità delle attività commerciali del nostro territorio dall’altra, dato che nella nostra visione del mondo i due aspetti non sono mai stati in competizione tra di loro».
«Per circa 40 anni Follonica è rimasta priva di un Teatro o di struttura similare atta a diffondere cultura, ma nel frattempo è stata tenuta in piedi da un tessuto commerciale che, con le proprie forze, ha cercato di sopravvivere ad una realtà sempre più rarefatta e impoverita, pagando al Comune tasse (qualcuno direbbe balzelli) tra le più alte d’Italia, e spesso dovendo capitolare e rinunciare – prosegue il Movimento Onda -. Così, come se i commercianti fossero degli alieni approfittatori e non ciò che sono, persone che lavorano e creano lavoro, che fanno girare moneta e pagano tasse salate, oggi qualcuno, un qualcuno che appartiene all’amministrazione di quel Comune a cui essi versano tributi di ogni genere, si rivolge a loro con disprezzo, quasi fossero una vergogna di questo paese, la vergogna a cui addossare la responsabilità del calo delle presenze turistiche».
«La colpa è dei commercianti perché vendono coccodrilli gonfiabili invece che gioielli di Cartier, o di Tiffany. Che qualcuno da qualche tempo si pensasse sindaco di New York ne avevamo avuto il dubbio da tempo, da quando cioè qualcuno ha deciso di cimentarsi in un “parco centrale” che, ahimè, da come procede a tutto somiglia meno che al polmone verde della Grande Mela, nonostante la spesa e lo spreco che richiede e che richiederà; e come se non bastasse, oggi, evidentemente, vogliamo anche negozi all’altezza della 5th avenue, perché se non ci sono quelli ovvio che i turisti non vengono. A questo punto, non ci resta che chiedere al consigliere Chirici di approfondire le sue affermazioni e di elencare tutte le attività che ritiene inutili, oltreché di farsi carico personalmente delle persone che di tale attività vivono o, in alternativa, di porgere le proprie scuse e le proprie dimissioni da un incarico che, quanto meno per intemperanza – conclude l’Onda -, appare ricoprire in modo inadeguato».