di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GROSSETO – È uno dei grandi vini della Toscana e uno degli ambasciatori della Maremma in tutto il mondo. Stiamo parlando del Morellino di Scansano che deve il suo successo sicuramente alle caratteristiche dei vitigni, all’esperienza dei viganioli maremmani, alla terra e al sole dove sono impiantati i vigneti, ma anche ad un altro fattore: il fattore “S”, “esse” come stranieri.
Secondo Wine News (www.winenews.it), il portale italiano dedicato al vino, che proprio in questi giorni ha pubblicato i risultati di una interessante inchiesta sui vini della nostra regione, nei comuni dove vengono prodotti i vini più famosi e pregiati, gli stranieri arrivano spesso a costituire in media il 12% della popolazione totale. Un dato molto più alto della media nazionale che, come riporta Wine News, basandosi su ricerche Istat, è poco superiore all’8%, mentre in Toscana si attesta al 10,3%.
Questo accade un po’ ovunque dalla zona del Brunello di Montalcino a quella appunto del Morellino di Scansano (qui si toccano punte del 15%), la doc sicuramente più importante della nostra provincia. Ma il fenomeno si ripete anche a Bolgheri, nel Chianti, nella zona del Nobile di Montepulciano e della Vernaccia di San Gimignano.
Dall’inchiesta di Wine News, basata anche su dati economici provenienti dalle analisi del settore dell’agricoltura, emerge che la presenza degli stranieri è sempre più fondamentale. A livello nazionale nel comparto del vino si contano infatti circa 380.000 imprese produttrici con una forza lavoro di 1,2 milioni di persone e un numero di stranieri impiegati in aumento.
Come spiega Wine News a conclusione dell’inchiesta: «Il contributo dei lavoratori stranieri si rivela decisivo per le nostre denominazioni di qualità: i lavoratori immigrati svolgono una funzione qualificata nella produzione agricola ed agroalimentare, e parallelamente contribuiscono a compensare il tasso di invecchiamento degli imprenditori agricoli e ad arrestare il processo di spopolamento delle aree rurali».