GROSSETO – «La chiusura di altri uffici postali rischia di essere soltanto una ulteriore tappa del progressivo ed evidente declino sociale del nostro territorio». Lo affermano i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil Claudio Renzetti, Fabrizio Milani, Gianni Baiocco. «Adesso, se vogliamo essere efficaci, crediamo sia arrivato il momento per una riflessione critica sui motivi che ci hanno portato alle difficoltà attuali e se necessario CGIL CISL e UIL di Grosseto adotteranno insieme ai cittadini tutte le forme di lotta idonee alla causa».
«Anzitutto chiediamo coerenza tra quel che si dice a casa nostra ed il sostegno a scelte Nazionali che hanno effetti sul Territorio, anche se per i politici locali ciò comportasse mettersi contro i propri leader nazionali, perché quando si arriva alla pelle delle persone le questioni attengono al solo merito, e l’ideologia non deve entrarci nulla – scrivono i segretari dei tre sindacati -. CGIL CISL UIL non hanno condiviso la privatizzazione di Poste Italiane sostenendo che i servizi a rilevanza sociale sarebbero stati drasticamente ridimensionati, se l’unica logica nella quale avrebbero operato fosse stata quella del profitto. Non aver battuto ciglio allora, rende vana l’indignazione odierna per la chiusura dei piccoli uffici postali in frazioni e paesi».
«Uno dopo l’altro, in questa Provincia stanno arrivando al pettine i nodi di un unico filo: l’incapacità di fare fronte unico su un progetto condiviso di Governo del Territorio, attraverso l’individuazione di priorità e soluzioni su cui far convergere le forze. Nessuno può chiamarsi fuori: né fra chi amministra, né fra chi sta all’opposizione e nemmeno i gruppi dirigenti della cosiddetta “società civile”».