GROSSETO – 11 sportelli a rischio chiusura e altri a riduzione di orario. I tagli previsti da Poste Italiane in provincia di Grosseto hanno già provocato una mini rivolta dei sindaci e a parlare oggi è il presidente Emilio Bonifazi che chiede un’immediata sospensione delle chiusure.
“Poste italiane non è un’azienda con capitale privato. La proprietà è del Ministero dell’economia e delle finanze e cioè dello Stato Italiano, della nostra collettività. A volte si dimentica questo stato giuridico quando si tratta Poste come una qualsiasi impresa che taglia o come si dice oggi, razionalizza per far tornare i conti. La mission di Poste è di pubblica utilità e, quindi, travalica il concetto ordinario delle logiche di impresa privata. Questo non vuol dire che sono giustificati sprechi o diseconomie, anzi, essendo di proprietà pubblica, l’attenzione ai bilanci deve essere doppia, ma, contestualmente non bisogna perdere di vista la sua immensa funzione sociale.
La chiusura dei piccoli uffici postali con scarsa clientela non è dunque soltanto un problema di economie. La vita di un piccolo paese, di un’area rurale ha equilibri delicati in una Nazione fatta di borghi e frazioni. I servizi pubblici in tutte queste località sono una condizione per viverci.
Mi domando e lo chiedo al Governo, a Matteo Renzi, alla Regione Toscana, a Enrico Rossi, vogliamo uccidere questo patrimonio sociale straordinario? Molta della ricchezza italiana, fatta di paesaggi, di accoglienza, nasce nel tessuto straordinario fatto di migliaia di insediamenti, spesso bellissimi e ricchi di umanità, storia e tradizioni.
Il problema degli uffici postali non è dunque soltanto dei sindaci, del presidente della Provincia. La spesso eroica difesa dai tagli giorno dopo giorno subiti dagli enti locali, è, in questo caso non adeguata.
Se è vero che Poste italiane è “la più grande infrastruttura di servizi in Italia” e che, come si legge nel loro sito internet, “Poste Italiane ha assunto un ruolo centrale nel processo di crescita e modernizzazione del Paese”, è tempo che lo Stato, per non smentire questa affermazione, si faccia carico pienamente di questa funzione pubblica dei servizi postali.
Le chiusure annunciate degli uffici postali della Selva, Monticello Amiata, Punta Ala, Ravi, Borgo Carige, Buriano, Talamone, Pereta, Montorgiali, Santa Caterina, Torniella, devono essere sospese.
Poste italiane è un’azienda che afferma di essere moderna. E allora individui soluzioni moderne, innovative per assolvere a funzioni essenziali a lei demandate dalla proprietà pubblica. I servizi sociali di una nazione evoluta non si amministrano soltanto contabilmente, facendo tornare le colonne dei ricavi e delle perdite, è necessario saper valorizzare quanto si toglie ai territori e gli effetti sulle comunità.”
Emilio Bonifazi