FIRENZE – Grande successo per la più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata che ha visto protagonisti anche un centinaio di allevatori maremmani che si sono uniti in piazza della Repubblica a Firenze ai colleghi allevatori di tutta la Toscana.
Esponenti del mondo politico, regionale e delle associazioni dei consumatori oltre che testimonial sportivi del calibro di Giancarlo Antognoni hanno dato il proprio supporto all’iniziativa targata Coldiretti alla quale ha preso parte anche il sindaco di Magliano in Toscana Diego Cinelli. Tutti insieme per trascorrere con la Coldiretti “un giorno da allevatore” in una delle piazze più belle e suggestive di Firenze in cui è stata allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali.
“L’obiettivo della Coldiretti in piazza con i propri allevatori – spiega il direttore di Coldiretti Grosseto, Andrea Renna – è stato quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro nelle stalle e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono di una attività insostituibile per la sicurezza alimentare, ambientale e il prestigio internazionale del Made in Italy e soprattutto per l’economia e l’occupazione”.
“Accogliamo con orgoglio questo segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori maremmani – ha detto Francesco Viaggi, presidente di Coldiretti Grosseto – per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Toscana e Maremma ma anche la biodiversità e il presidio del territorio. Ora bisogna creare le condizioni nella filiera per dare il giusto valore al latte locale”. Coldiretti oltre a ringraziare il sindaco di Magliano in Toscana ha inteso ringraziare pubblicamente Fabrizio Tistarelli e tutta Latte Maremma che ha preso parte all’iniziativa distribuendo il proprio prodotto e appoggiando in modo convinto l’iniziativa di Coldiretti Grosseto.
“Quello che ci preoccupa – ha dichiarato Tistarelli – è la somma di due fattori che stanno causando la chiusura di tante stalle e minando la credibilità dell’agroalimentare italiano. Dall’est Europa, con la fine delle quote latte, aumenterà a dismisura l’importazione a bassissimo prezzo di materia prima. Contemporaneamente, non essendoci l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e il luogo di produzione, ci stiamo ritrovando con prodotti venduti poi come italiani ma che di italiano hanno veramente poco”. La questione centrale sembra essere proprio il prezzo del latte estero che mette fuori mercato quello nazionale, e per questo hanno chiuso in meno di dieci anni un allevamento su cinque. E il trend è in preoccupante crescita.
In piazza però accanto agli allevatori c’erano anche le associazioni di difesa dei consumatori particolarmente preoccupate per quanto si sta profilando. “Sono stati dati tutti gli strumenti adatti – prosegue Tistarelli – a chi specula e tolta ogni difesa sia al produttore che al consumatore italiano. Non siamo contrari a un mercato libero e non vogliamo forme di protezionismo anacronistiche ma combattere ad armi pari. Il consumatore deve sapere cosa sta realmente mangiando, è un diritto di tutti noi. Per questo abbiamo deciso, nonostante la normativa non ce lo richieda, di riportare l’origine e il luogo di produzione sulle nostre etichette. Fortunatamente non siamo soli in questa battaglia. A dicembre abbiamo aderito alla petizione nazionale promossa da ioleggoletichetta, e siamo tra le prime aziende italiane e l’unica toscana ad averlo fatto”.