GAVORRANO – Il parco nazionale delle Colline Metallifere è molto apprezzato a livello internazionale. Se serviva un’ulteriore riprova, è arrivata in queste prime settimane del 2015. Un doppia conferma. “Abbiamo attivato – spiega il direttore Alessandra Casini – due nuove partnership di livello europeo; questo anche grazie alla forte visibilità internazionale ottenuta a seguito della recente rivalidazione all’interno della rete globale ed europea dei geoparchi sotto gli auspici dell’UNESCO (nel settembre 2014) e del conseguimento della Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette marchiata da Europarc Federation (a dicembre). Insieme a Fabrizio Santini, responsabile CETS del Parco abbiamo gettato i ponti per una nuova stagione di progettazione europea”.
Una delegazione norvegese composta Brynjar Stautland (animatore culturale) e Bjørn Arve Lunde (architetto esperto in musealizzazione) ha visitato il comprensorio delle Colline Metallifere facendo base a Gavorrano. Si tratta di due esperti incaricati dall’Unione dei Comuni della Hodaland, distretto minerario a sud della città di Bergen, nel Sud ovest della Norvegia, di effettuare uno studio per candidare il loro territorio alla rete dei geoparchi Unesco. Il geoparco ha accolto con piacere i due visitatori, ‘raccomandati’ dalla dottoressa Kristin Rangnes, coordinatrice della rete europea dei geoparchi, che ha indicato il Tuscan Mining Geopark come modello e luogo nel quale poter comprendere dal vivo una serie di buone pratiche legate alla valorizzazione del territorio e al coinvolgimento di cittadini e imprenditori. Sono state giornate molto proficue anche per lo staff del geoparco perché la visita ha offerto molteplici occasioni di confronti e feed back che hanno dato la possibilità ai referenti del geoparco delle Colline Metallifere di potersi confrontare con altre esperienze. La delegazione è tornata in Norvegia carica di entusiasmo avendo apprezzato in modo particolare le modalità di valorizzazione dei vari geositi e dei musei visitati.
Nei contatti dei giorni successivi i due professionisti norvegesi non hanno mancato di sottolineare la qualità del lavoro osservato presso il Laboratorio di educazione ambientale La Finoria (a Gavorrano), dalle cui attività ritengono di poter trarre molteplici spunti per portare le loro proposte didattiche agli elevati standard che hanno potuto riscontrare sul nostro territorio, grazie alla competenza e alla passione degli operatori del LEA.
Il secondo contatto europeo è arrivato invece attraverso Valentina Zingari e Antonio Fanelli, due antropologi culturali delle Università di Siena e Firenze, che nei giorni scorso hanno visitato il geoparco per attivare qui una partnership con l’Università di Aix – Marsiglia. In visita con gli studiosi c’era infatti anche l’antropologa francese Veronique Ginouvès, responsabile della Phonoteque National de la Maison du Mediterranè e docente universitaria. Sul territorio la Ginouvès ha trascorso una giornata di incontri e visite e adesso conta di inserire il patrimonio di memorie del geoparco nel progetto europeo del Programma Horizon 2020 Cultural Heritage. L’obiettivo è catalogare, valorizzare e implementare la poderosa collezione di testimonianza orali in possesso del geoparco, lavorando sulla fruibilità e sul tema degli “ecosistemi digitali”, fortemente raccomandato dalle linee guida europee.
Insomma cimentarsi in attività progettuali di livello internazionale resta uno dei pilastri della strategia di sviluppo del territorio del geoparco.