MAREMMA – Dopo la notizia che Poste italiane chiuderà 10 uffici postali in Maremma arrivano le prime reazioni dei sindaci dei Comuni che subiranno i tagli.
«L’ipotesi di chiusura dell’ufficio postale di Borgo Carige paventata con lettera di Poste Italiane giunta oggi con raccomandata senza preavviso alcuno fa oltremodo riflettere – le fa eco Luigi Bellumori, sindaco di Capalbio -. Quello degli uffici postali sarebbe un ennesimo attacco ai territori più deboli, ai Comuni più piccoli, alle comunità che vedrebbero sparire un servizio storico e radicato tra i pochi ancora rimasti nei paesi montani e nelle aree rurali. Nei prossimi giorni incontreremo i responsabili di area di Poste Italiane per riflettere sulla questione. Per quanto mi riguarda il Governo blocchi questo ennesimo attacco ai territori più deboli. Ci stanno mettendo in ginocchio e con le Amministrazioni Comunali intere Comunità».
«La chiusura dell’ufficio postale, è la cessazione di un servizio pubblico che, per una piccola comunità come quella di Monticello Amiata, significa perdita di autonomia e disagio – afferma Romina Sani, sindaco di Cinigiano -. Comprendiamo la necessità di ottimizzare i costi di gestione della rete di Poste, ma non è possibile sottovalutare la funzione fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano dal punto di vista della coesione sociale, economica e territoriale, soprattutto, nelle aree più periferiche, soggette a maggiore isolamento. Chiediamo, dunque, a Poste Italiane di rivedere la decisione di chiusura dei piccoli uffici ed elaborare una strategia, in collaborazione con i Comuni interessati dai tagli, che sia la giusta sintesi tra economia e accesso ai servizi».
«Inviterò tutti i cittadini del comune a togliere i conti correnti dalle Poste» È durissimo il sindaco di Magliano in Toscana Diego Cinelli. Nel suo comune oltre ad una riduzione da quattro a due giorni a Montiano è prevista anche la chiusura totale dell’ufficio di Pereta. «Sono “imbufalito”, e sono disposto a mettermi di traverso sulla porta dell’ufficio postale pur di scongiurare la chiusura. Capisco le riduzioni, ma almeno un giorno a settimana l’ufficio deve restare aperto. lo pretendo. Qui si mettono in grave difficoltà gli anziani, che sono la gran parte della popolazione di Pereta. Quando si pensano questi tagli bisogna anche valutare le esigenze reali del territorio. Sono qui con tutta la Giunta, faremo di tutto, e anzi invito sia gli altri sindaci che il presidente della Provincia e persino Enrico Rossi ad una azione unitaria. Questo genere di cose vanno concertate non si possono calare dall’alto».
«Abbiamo appreso questa mattina sulla stampa – spiega il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini – che Poste Italiane ha disposto il dimezzamento dei giorni di apertura dell’ufficio di Valpiana, frazione di Massa Marittima, da attuarsi entro 60 giorni. Constatiamo con amarezza che oltre ad aver operato la chiusura di vari sportelli sul territorio provinciale, che ha portato sul nostro territorio comunale alla dismissione dell’ufficio postale della frazione di Niccioleta, l’azienda continua a prendere decisioni penalizzanti per la popolazione dei piccoli centri. Per quanto riguarda l’ultimo provvedimento sopra citato si tratta, ad avviso di questa Amministrazione, di una riduzione del servizio drastica ed ingiustificata; Valpiana è infatti la frazione più popolosa del nostro comune e per la sua posizione strategica tra l’entroterra e la costa è un punto di passaggio, in cui confluiscono peraltro tutti gli utenti della vicina zona industriale e delle ampie campagne intorno. Chiediamo l’intervento del prefetto di Grosseto, affinché non si proceda nel senso indicato dall’azienda»
«La chiusura dell’ufficio postale di Talamone è inaccettabile – a parlare sono il sindaco di Orbetello Monica Paffetti e l’assessore Walter Martellini-. Noi faremo tutte le nostre proposte per scongiurare questa chiusura. Si tratta di un servizio sociale, a Talamone ci sono anziani che hanno il conto o che ricevono la pensione. Ma ci sono anche tanti turisti che si ritroverebbero senza un servizio. Già c’era stata una riduzione dei giorni di apertura ma la chiusura, sopprimere il servizio, è vergognoso, questo paese è allo sfascio».
Oltre ai sindaci dei Comuni interessati dai tagli sono intervenuti anche alcuni rappresentanti politici:
Arrivano anche le rimostranze del Partito Democratico riguardo alla chiusura dei piccoli uffici postali, ed in particolare quella dello sportello del paesino di Talamone che rischia di creare seri problemi sia alla popolazione residente che al turismo stagionale che caratterizza il porticciolo caro a Garibaldi. A sottolinearlo, ed a richiedere un intervento dell’amministrazione e delle alte sfere del Partito, è Letizia Barsellini, segretaria Pd del circolo di Fonteblanda e Talamone che fa sapere che «il circolo democratico di Fonteblanda e Talamone, e credo anche tutto il resto del Pd orbetellano, non ci sta a questo atto forzato. La presenza di Poste Italiane, anche in un paese come quello di Talamone, garantisce la possibilità di usufruire di un servizio indispensabile per la popolazione – spiega la giovane politica – e bisogna scongiurare l’ulteriore impoverimento di quelle frazioni più lontane dai centri capoluogo, nonché evitare ulteriori disagi per i cittadini. Purtroppo Talamone ha già visto, negli anni, una diminuzione costante della sua popolazione, proprio perché molte famiglie hanno pensato ad un loro trasferimento nelle località vicine anche a causa dell’ impoverimento costante di servizi, soprattutto quelli sanitari a quelli pubblici. Per questo è necessaria una presa di posizione netta da parte delle amministrazioni locali, perché non sono accettabili questo tipo di chiusure “a prescindere”. Vogliamo un confronto sul merito – conclude la Barsellini – per questo si chiede all’ amministrazione comunale, al sindaco e alla sua giunta, di attivarsi affinché si possa intervenire su tale decisione».
«Chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico e alla Regione Toscana di attivarsi affinché l’azienda, a intero capitale pubblico, ritorni sui propri passi e riveda una decisione che non può essere dettata da logiche meramente aziendalistiche – affermano Giuseppe Brogi, coordinatore SEL Toscana, e Marco Sabatini, coordinatore SEL Grosseto -. Non vogliamo pensare di essere di fronte all’ennesimo frutto amaro delle larghe intese visto il rumoroso silenzio di Luisa Todini, messa a capo di Poste Italiane da Matteo Renzi dopo un passato da europarlamentare di Forza Italia. Vogliamo immaginare ed auspichiamo che quanto prima ci sia una presa di posizione critica tanto da parte del Governo quanto dal Partito Democratico, che pare avallare l’idea di trasformare quest’azienda pubblica secondo un modello proprio dei grandi gruppi bancari. Troviamo gravissime, inoltre, le modalità con cui i tagli sono stati presentati alle parti sociali, senza margini di trattativa e senza dialogo – concludono – Per questo SEL sosterrà tutte le azioni intraprese a tutti i livelli contro questo piano industriale che priva il nostro territorio di presidi importantissimi e penalizza aree già povere di servizi essenziali. Prima le persone, poi il profitto: questa ci aspetteremmo che fosse la strategia alla base delle scelte di un’azienda pubblica e con i conti in ordine quale è Poste Italiane».
«Ho appreso con amarezza che nei piani di Poste Italiane Spa si parla della chiusura degli sportelli collocati nelle piccole frazioni presenti in gran parte del territorio italiano, tra questi anche il “nostro “ufficio di Talamone – interviene Roberto Berardi, consigliere comunale di Forza Italia ad Orbetello -. Il taglio di questo servizio, per i residenti della frazione, soprattutto per quella fascia più debole, rappresentata dagli anziani, creerà non pochi disagi. Anche se l’ufficio in questione, già da diversi anni, svolge un orario ridotto al pubblico, garantisce comunque un servizio. Con la chiusura definitiva verrà tolta l’opportunità ai residenti della frazione di usufruire della vasta gamma di prodotti che l’ufficio postale offre. Dobbiamo adoperarci affinché questo non accada o quanto meno trovare soluzioni alternative che possano garantire un disagio minore per far si che nel nostro comune non esistono cittadini di serie A e di serie B».
«La chiusura dell’ufficio di Torniella viola in modo eclatante l’accordo stato\poste italiane sulla funzione sociale di un servizio postale giornaliero, già ridotto a soli tre giorni settimanali, fino ad oggi a servizio degli utenti della frazioni di Torniella e Piloni – affermano Moreno Bellettini e Simonetta Baccetti di “Insieme per Roccastrada” -. Utenti prevalentemente anziani con evidenti difficoltà a spostamenti di decine di chilometri per usufruire di un servizio sufficientemente valido. Attualmente l’ufficio postale pur nella sua ridotta apertura, mitiga parte dei disagi dovuti alla carenza di servizi, contenendo in qualche modo l’esodo dei residenti verso centri più grandi muniti di servizi migliori. Preservando parti importanti del territorio dall’abbandono e il conseguente degrado. Privare 300/400 cittadini di un servizio pubblico che aiuta in modo determinante il sopravvivere di un buon turismo estivo e durante l’inverno quello legato alla attività venatoria, significa dare un ulteriore colpo mortale a una comunità senza nessuna presenza pubblica nel proprio territorio».