SCARLINO – Dopo il comunicato stampa della Regione Toscana che ha chiarito quanto emerso dagli studi epidemiologici e ambientali dell’area Piana del Casone, la RSU di Scarlino Energia e le segreterie provinciali di categoria chiedono di Cgil Cisl Uil e Cisal «che cosa intenda fare il governatore Enrico Rossi per tutelare oltre 60 posti di lavoro diretti, e altrettanti delle aziende dell’indotto».
«La grave situazione che si è venuta a creare con il blocco delle attività imposto dalla sentenza del Consiglio di stato, il quale si è pronunciato sui ricorsi contro le autorizzazione del termovalorizzatore – affermano i sindacati -, ha di fatto messo sul lastrico oltre cento famiglie che ad oggi non hanno più la certezza di poter continuare il lavoro e di poter garantire un futuro sereno ai propri familiari. In queste ore non vi è infatti alcuna sicurezza, né relativamente alle prosecuzione delle attività del termovalorizzatore, né tantomeno sull’ottenimento della cassa integrazione già richiesta all’ente previdenziale».
«Un quadro drammatico che si è venuto a creare, come descritto dalla stessa Regione, a fronte di valutazioni che non trovano riscontro nelle verifiche degli enti pubblici preposti a tale scopo – prosegue la nota -. Nel massimo rispetto della decisione dei giudici, lo studio di biomonitoraggio del 2007 e quello epidemiologico realizzato nel 2012 condotti dalla Asl 9 in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità (Iss) e l’Istituto per la prevenzione oncologica (Ispo), hanno fatto emergere un contesto generale “di salute confortante per la popolazione residente, con criticità minime valutate come non significative”».
«Per quanto riguarda, inoltre, il canale Solmine, secondo la Regione, l’Arpat ha espresso il suo parere favorevole all’autorizzazione dell’impianto dopo aver attentamente valutato anche le contaminazioni del canale con indagini approfondite – continuano ancora -, che hanno consentito di attribuire la contaminazione agli scarichi dei decenni precedenti rispetto all’insediamento dell’inceneritore. Infine, alcune informazioni riportate nei ricorsi si sono rilevate del tutto infondate, non ultima quella sulla moria di pesci del primo dicembre 2012 attribuita a Scarlino Energia nonostante l’impianto fosse Fermo dal gennaio 2012».
«Insomma, se l’impianto ha dimostrato di poter dare garanzie sia sul fronte della salute che su quello ambientale – puntualizzano i sindacati -, chiediamo quali sono le azioni che la Regione intende adottare nel pieno rispetto della legge e delle nuove competenze conferite all’ente dalla recente normativa, per una rapida e positiva soluzione della vicenda. Troppe volte, negli ultimi 20 anni, una delle aree industriali più importanti della Toscana ha dovuto subire i contraccolpi di pregiudiziali contrapposizioni che senza dare alternative concrete, hanno messo in crisi progetti industriali. L’attuale congiuntura economica non permette ulteriori indugi. In queste ore di grande preoccupazione, ci rivolgiamo al presidente della Regione perché possa dare, una volta per tutte, una prospettiva di sviluppo fondata su regole certe, sia all’impianto che a tutta l’area industriale del Casone».
«Le aziende presenti dovranno sempre garantire la tutela dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini tutti impegnandosi a portare avanti e completare le bonifiche nell’area. La invitiamo – concludono i sindacati rivolgendosi a Rossi – a partecipare ad un incontro con i lavoratori e con le rappresentanze sindacali di quell’area industriale per avere un confronto serio e trasparente sulle prospettive e sul futuro di quell’area che a parole è un patrimonio da difendere».