GROSSETO – Domnica Cemortan, la giovane donna moldava che era con Francesco Schettino in plancia al momento dell’impatto della Costa Concordia con gli scogli delle Scole all’isola del Giglio, vuole un risarcimento di 200 mila euro. Lo ha detto oggi al processo di Grosseto Valentina Quaroni, dello studio Madonna, legale che assiste la Cemortan che avrebbe subito un doppio danno, come passeggera della Concordia e per l’ “aggressione mediatica” di cui sarebbe stata vittima. Le richieste dei legali della Cemortan sono la condanna dell’ex comandante e 100mila di provvisionale e circa 200mila in totale.
“E’ un’invenzione del tutto priva di fondamento e riscontro” che il passaggio ravvicinato della Costa Concordia all’isola del Giglio “sarebbe stato fatto per omaggiare il comandante Palombo”. Lo scrivono oggi in una nota alla stampa i legali dello stesso comandante Mario Terenzio Palombo. “Il comandante Palombo non è mai stato, né può essere ritenuto ‘complice’ della manovra posta in essere da Schettino; tale circostanza è confermata dal fatto stesso che il comandante Palombo, in quei momenti si trovava nella propria abitazione a Grosseto e non aveva idea dell’esatta posizione della nave Costa Concordia, né sapeva che quella sera la nave sarebbe transitata davanti all’isola del Giglio; inoltre – prosegue la nota – il colloquio telefonico (peraltro sgradito e inaspettato) avvenuto con Schettino circa 15 minuti prima della collisione della nave contro lo scoglio delle Scole non fu promosso dal medesimo Schettino, ma dal maitre Antonello Tievoli”. Gli avvocati sottolineano inoltre che tra il comandante Palombo e Schettino “non sono mai intercorsi rapporti di amicizia”.
Il Codacons continua a ritenere inaccettabile ed inverosimile che in questo processo non si tenga conto conto dei gravissimi malfunzionamenti della nave – consacrati in due perizie disposte dal Tribunale – e dell’evidente nesso causale tra essi e numerose morti.
“Ottenere che si faccia piena giustizia di tutte le responsabilità rappresenta un’esigenza fondamentale ed imprescindibile affinché si possa imparare da questa esperienza e migliorare le condizioni della navigazione tutelando l’incolumità di milioni di persone”. Lo ha detto l’avvocato Giuliano Leuzzi, legale del Codacons. “Oggi il Codacons ha concluso non solo affinché sia dichiarata la responsabilità dell’imputato, ma anche affinché il Tribunale rimetta gli atti alla Procura della Repubblica per procedere nei confronti di tutti i responsabili dei malfunzionamenti della nave, nonché con riguardo alla grave situazione rappresentata dagli inattendibili file delle manutenzioni del generatore di emergenza consegnati da Costa ai Periti nel corso dell’incidente probatorio e relativi alle dieci settimane precedenti il naufragio, recanti valori (dell’acqua e dell’olio) tutti inverosimilmente identici e data di modifica di due mesi successiva al naufragio”.
Per Confconsumatori l’avvocato Marco Festelli ha chiesto un risarcimento del danno morale commisurato alla gravità del fatto contestato all’imputato, il comandante Francesco Schettino; fatto per il quale l’accusa ha già chiesto 26 anni di carcere. «Ho chiesto – dichiara Festelli – il riconoscimento di un danno da liquidarsi con particolare severità, stante il pericolo di vita e le condizioni aberranti nelle quali si sono trovati gli sfortunati passeggeri della Concordia; passeggeri che erano a bordo per trascorrere un periodo di vacanza e relax e che invece hanno vissuto un’esperienza atroce». Per Confconsumatori nessuna attenuante può essere concessa a Schettino e nessuna attenuante economica può essere riconosciuta al datore di lavoro Costa Crociere Spa. «La quale – spiega Festelli – è colpevole non solo per responsabilità oggettiva (2049 Cc), ma anche per colpe proprie, come ad esempio l’aver consentito al comandante Schettino una carriera lampo, come sottolineato dal PM nella sua requisitoria, e per non aver impedito l’inchino pur conoscendo la pratica e la posizione della nave presente sul sito internet della stessa Costa la notte del naufragio, come emerso chiaramente dall’istruttoria dibattimentale».