SCARLINO – Non si fermano le polemiche e i commenti politici dopo lo stop all’inceneritore di Scarlino. «La vicenda di Scarlino Energia, da qualsiasi punto di vista la si guardi, non può non indurre a profonde riflessioni – afferma Forza Italia Scarlino -. Appare pleonastico che l’attuale sindaco di Scarlino, ex vice sindaco ed assessore nelle precedenti legislature, inneggi, oggi, a controlli e chiarezza da parte delle industrie: questa attività doveva essere fatta ed imposta prima e non lasciare ad associazioni ed amministrazioni limitrofe di intervenire in compiti che spettavano per primo al sindaco del comune sede di impianto, in quanto massima autorità garante della salute pubblica. Oggi tutti pagano le conseguenze di questo operato, oltre che in termini di salute, anche da un punto di vista occupazionale».
«Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e sarebbe il caso di evitare di raccontare balle ai cittadini provando a scaricare il barile – afferma Marco Sabatini per il coordinamento provinciale di Sinistra ecologia e libertà -. Lo diciamo perché SEL intende assumersi le proprie in quanto forza politica che, seppur minoritaria e senza incarichi diretti nella gestione della vicenda dell’inceneritore di Scarlino e del tema dei rifiuti, ha governato in questi anni la Provincia di Grosseto ed i comuni di Follonica e Scarlino. Per questo motivo non possiamo che essere rammaricati per la sentenza del Consiglio di Stato che ha registrato lacune nell’autorizzazione rilasciata dall’amministrazione provinciale. SEL non solo non ha mai sostenuto la strategicità di quell’impianto, che infatti anche grazie a noi non rientra nel piano interprovinciale dei rifiuti, ma soprattutto abbiamo sempre detto che la tecnica dell’incenerimento doveva essere superata. Diciamo tutto questo perché oggi leggiamo sulla stampa che la segretaria provinciale del PD Barbara Pinzuti dichiara di aver impresso una direzione al suo partito contro l’inceneritore. Purtroppo l’unica posizione nota del PD provinciale, regionale e nazionale e dei suoi dirigenti, a partire dal suo segretario Renzi che con lo Sblocca Italia ha affermato la volontà di costruire molti altri inceneritori, è sempre stata favorevole all’incenerimento senza se e senza ma».
«Giustizia è fatta – esulta invece il Movimento 5 Stelle di Follonica – Ringraziamo l’Amministrazione Comunale di Follonica, le associazioni ambientaliste e il Comitato del No per aver intrapreso la strada del ricorso, il cui esito lascia spazio a molte riflessioni e considerazioni di carattere politico e sociale. Quella del Consiglio di Stato è una sentenza pesante. Pesante nei confronti del TAR fiorentino per la sua dichiarazione di inammissibilità del ricorso, ma soprattutto devastante per chi niente ha fatto per tutelare le popolazioni della piana. E’ una sentenza che grida vendetta e noi non possiamo fare altro, come forza politica presente nel Consiglio Comunale, che chiedere il conto a chi ha sbagliato a rilasciare le autorizzazioni: la Provincia di Grosseto con i suoi dirigenti competenti, con l’ex presidente Leonardo Marras, con l’ex assessore all’ambiente Patrizia Siveri, e l’ex sindaco di Scarlino Maurizio Bizzarri. La sentenza ci dice, infatti, che queste autorizzazioni possono aver condizionato pesantemente la salute dei cittadini e messo in serio pericolo l’ambiente. La politica non deve cedere al ricatto occupazionale. Con la raccolta differenziata e la selezione dei materiali, le 100.000 tonnellate/anno di rifiuti, prodotte nella provincia di Grosseto, consentirebbero la creazione di circa 238 nuovi posti di lavoro: 128 nella raccolta differenziata e 110 nella selezione».
«La vittoria storica contro l’inceneritore è di tutti coloro che davvero hanno lavorato e messo in discussione l’operato e gli apparati di certa politica – afferma il Partito comunista italiano -. E’ opportuno ricordare che la questione inceneritore nasce nella gestione presidenza Scheggi e proseguita con Marras. Ma i vertici del Parito democratico provinciale dall’on. Luca sani, Barbara Pinzuti, consiglieri provinciali e comunali, sindaci, non tutti ma quasi, hanno voluto l’inceneritore. Con l’unica eccezione per Bonifazi dato che nel dubbio a Follonica era contro e a Grosseto a favore. Oggi, qualcuno prova e vuole raccontarci una nuova favola. La verità è che noi comunisti siamo stati l’unico vero partito che si è contrapposto alle scelte della amministrazione Scheggi, che si è battuto nelle riunioni contro tutte le forze politiche di quel tempo. Pagando fortemente quelle posizioni di rottura con la cacciata dei nostri assessori e del nostro partito dalle alleanze. Dispiace per i lavoratori, ai quali va la nostra solidarietà, che come sempre saranno le vittime di scelte sbagliate di una politica fatta senza visione e criterio»
«Con la sentenza del Consiglio di Stato ha perso la politica ma hanno vinto i cittadini – sottolinea Agostino Ottaviani di Fratelli d’Italia Follonica -. Quella politica monocolore che per anni ha snobbato chi doveva tutelare e proteggeva lobby politico-economiche, fregandosene delle regole e della salute della popolazione. Oggi si assiste alla corsa sul carro dei vincitori da parte di tutti quei personaggi che o ubbidivano all’input dei vertici regionali provinciali e senesi (vedi MPS), oppure facevano finta di opporsi all’inceneritore, ma poi sostenevano alle elezioni sia il candidato forte alla provincia Marras che il candidato alla Regione Rossi e i parlamentari locali, tutti favorevoli all’impianto. La zona industriale del Casone di Scarlino è da sessant’anni che è inquinata, prima dal mercurio, adesso dalla diossina, e da sessant’anni questo territorio, sempre amministrato dalla sinistra, ha sofferto le pene dell’inferno. Gli organi preposti al controllo dove erano? Dove erano gli amministratori? Onore al comitato del No che per oltre 20 anni ha lottato insieme ad associazioni e cittadini liberi, contro tutto e tutti».