SCARLINO – Non si ferma il dibattito intorno alla chiusura dell’inceneritore di Scarlino. Oggi arrivano le reazioni di Rifondazione comunista e dei Verdi.
«La decisione del Consiglio di Stato in merito all’inceneritore di Scarlino è una sentenza storica per nostro territorio». Affermano Ferando Bolognesi e Andrea Chiti, rispettivamente coordinatore provinciale e del circolo di Follonica dei Verdi. «Che la situazione non fosse più sostenibile era evidente da tempo, prima dei dati Arpat sulla diossina, il buon senso stesso faceva capire che un impianto obsoleto ricavato da un vecchia struttura fatiscente fosse più una occasione di business che altro per i gestori. Abbiamo sempre sostenuto questa verità e siamo lieti che il ricorso stesso sia opera anche del Comune di Follonica. La nostra presenza in maggioranza è vincolata alla garanzia del rispetto ambientale e la tutela della salute pubblica. Siamo in totale disaccordo però sull’operato della provincia e sulla supponenza che sta dimostrando anche in questo momento». I Verdi concludono chiedendo di puntare sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
«La sentenza del Consiglio di Stato non è una semplice revoca di autorizzazioni, ma getta un’ombra tetra su una vicenda sporca e incancrenita che, dopo 20 anni in cui si parla di inquinamento e di scelte non lungimiranti, ha danneggiato e danneggerà profondamente il diritto al lavoro ed il diritto alla salute». Precisa invece Rifondazione comunista che ricorda le dichiarazioni di alcuni politici del Pd «Luca Sani: “La Provincia ha agito con accortezza a tutela della salute” (Marzo 2010) Leonardo Marras: “Su questa vicenda ci metto la faccia” (Novembre 2011) Barbara Pinzuti: “Necessario anche l’inceneritore” (Febbraio 2012). Ricordate bene questi nomi e questi personaggi, tutti interni al PD. Sono solo tre tra i numerosi responsabili politici di questa disfatta epocale. Questi personaggi hanno per anni consapevolmente giocato con la vita dei lavoratori e degli abitanti».
«Si è messo di mezzo 60 lavoratori dando loro false prospettive occupazionali a lungo termine. Ed ora tocca a chi è stato responsabile di questa situazione trovare soluzioni concrete ed accettabili per la dignità dei lavoratori. La soluzione – continuano da Rifondazione – dovrà passare dalle bonifiche, da un ciclo di rifiuti ecosostenibile, dall’aumento della percentuale di raccolta differenziata e dal porta a porta spinto. Tutto ciò comporterà un mantenimento (se non un aumento) dei livelli occupazionali. Il sindaco Benini parla oggi della necessità di realizzare nel più breve tempo possibile uno studio epidemiologico sulla popolazione: gli ricordiamo che dallo scorso anno giace inevasa una richiesta di PRC Follonica in merito. Chi ha sbagliato deve pagare».