SCARLINO – «Con la decisione di ieri del Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sul ricorso del comune di Follonica e delle associazioni ambientaliste, in merito ai gravissimi danni sulla salute e sull’ambiente che l’inceneritore di Scarlino, da anni sta provocando sulla zona, finalmente si apre una nuova fase, per l’intera comunità scarlinese, esposta ad una elevatissima percentuale di fattori inquinanti, che dal 2009 ha visto aumentare i casi di tumori, nascite premature e linfomi». Così in una nota Monica Faenzi, consigliere del comune di Scarlino per la lista: “il coraggio di cambiare”.
«Occorre premettere innanzitutto il dispiacere nei riguardi dei lavoratori dell’impianto, che a seguito della sentenza che ha determinato la chiusura dell’inceneritore, rischiano di rimanere senza lavoro – prosegue Faenzi -, ma in questa vicenda che si protrae da danni, i cui effetti nocivi erano noti da tempo, provo amarezza per come tutto il “gotha” della politica di sinistra con in testa il governatore della Toscana Rossi, l’assessore regionale all’ambiente Bramerini, l’allora presidente della Provincia di Grosseto del Pd Marras, ed i sindaci del comune di Scarlino, ha sempre cercato di “insabbiare” i dati allarmanti denunciati dalle associazioni ambientaliste, dallo stesso comune di Follonica e da tecnici esperti, in merito alla carenza di controlli e monitoraggi accurati in grado di escludere con certezza il rischio per la salute dei cittadini».
«Se vi fossero stati da parte loro il rigore necessario e la dovuta imparzialità nell’autorizzare al funzionamento un’azienda ad intera trazione politica di sinistra – prosegue la deputata di Forza Italia -, oggi i lavoratori avrebbero un lavoro sicuro e la popolazione maggiore salute. Così non è stato ed è proprio su questi personaggi che si dovrà porre l’attenzione in merito alle responsabilità. Non prendere posizione, da parte dei sindaci pro tempore del Comune di Scarlino, come dei veri Ponzio Pilato, è forse la responsabilità più grave! Quest’ultimi, infatti, in merito al ricorso, chiamato in causa il comune medesimo, non si sono costituiti né a favore né contro, come se la massima autorità sanitaria sul territorio non abbia nulla da dire di fronte ad una situazione di tale gravità».
«Avrebbero dovuto, quei sindaci, Bizzarri adesso consulente della Nuova Solmine, l’altro ex dipendente e sindacalista della Tioxide, dotarsi di tecnici “super partes” e realizzare un proprio convincimento, ma non hanno mai avuto il coraggio di far questo – si legge ancora nella nota -. Sulle loro spalle cadono adesso le responsabilità più gravi nei confronti dei lavoratori e di quella parte di cittadinanza che ha subito danni. Se avessero appurato la nocività dell’impianto avrebbero potuto intervenire a tutela della salute dei cittadini in caso contrario avrebbero potuto aiutare l’azienda a rimanere aperta. Così facendo, si sono solo garantiti i voti per la prosecuzione del loro fallimentare mandato. Il mio plauso a tutti coloro che proseguendo sulla via dei ricorsi hanno dimostrato coraggio e amore per il territorio».