GROSSETO – Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro l’introduzione dell’Imu agricolo. un duro colpo per il mondo dell’agricoltura, così come dure sono le risposte da parte delle associazioni: «Constato con amarezza e delusione che la burocrazia, ancora una volta, prevale sul buonsenso». E’ questa la reazione di un inferocito Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura Grosseto, nell’apprendere la decisione assunta dal Tar del Lazio di non prorogare sull’Imu agricola la sospensione del decreto ministeriale oltre il 21 gennaio e che invece rende operativi i criteri altimetrici per il pagamento dell’imposta entro il 26 gennaio. «Il Tar che non accoglie il ricorso – spiega – non è un atto dovuto ma una macroscopica disattenzione al mondo agricolo. Questa decisione mette in gravissima difficoltà le imprese che non potranno pagare. Fermo restando che l’Imu è una tassa ingiusta, perché impossibile da sostenere in quanto troppo gravosa sui bilanci aziendali, questa vicenda palesa che la politica non ha avuto attenzione alle imprese e l’unico obiettivo, neppure poi tanto velato, è solo ed esclusivamente quello di fare cassa al fine di far quadrare i bilanci dello Stato».
«E’ ora di dire basta a questo sistema. Basta togliere i soldi dalle tasche di chi lavora, di chi si impegna e di chi valorizza il prodotto agroalimentari, solo per far quadrare i conti. Ci stiamo attivando – annuncia Vivarelli – a livello nazionale, per chiedere ai responsabili politici e ai ministri competenti dell’Economia e dell’Agricoltura un intervento immediato che annulli la tassa».
«È una vergogna, l’ennesimo attacco all’agricoltura». È la reazione di Enrico Rabazzi, presidente di Cia Grosseto, appena avuta notizia della sentenza del Tar del Lazio. «Non solo non è stata accettata la richiesta di abolire l’Imu sui terreni agricoli, ma ci viene chiesto di pagare entro il 26 di questo mese. Se mai avevamo dubbi che l’agricoltura non era tra i principali interessi del Governo ora purtroppo ne abbiamo la conferma».
«Non si tratta solo una mancanza di rispetto nei confronti degli agricoltori ai quali viene chiesto di garantire la salute, di salvaguardare il territorio e di farsi carico di funzioni lasciate vacanti dalla Pubblica Amministrazione ma un’umiliazione all’intero settore viste le modalità e i tempi di pagamento. Forse questo Governo che è più interessato a parlare di leggi elettorali o a regalare poltrone darà più ascolto agli agricoltori quando l’esasperazione troverà la sua concretizzazione in piazza – conclude Rabazzi -. Noi risponderemo a tono. Nel frattempo fin da ora inizia la nostra battaglia, prima per prorogare la data di pagamento, poi per l’abolizione totale di questa vergognosa tassa sul nostro sangue».