FOLLONICA – L’ordinanza del sindaco di Follonica nei confronti di Tioxide, relativa all’intercettazione e depurazione delle acque in uscita dalla cava utilizzata per i gessi rossi, viene vista di buon occhio da Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica, che si esprime così in merito alla decisione «E’ un atto importante che segna una svolta anche sul modo con il quale il Comune di Follonica si è occupato dell’argomento. La preoccupazione sulla presenza di inquinanti amplificata dalla crescita dei dilavamenti, cioè l’uscita di acqua dal corpo della cava di fatto non intercettata, ha purtroppo trovato conferma. Questi inquinanti non interessano solo una porzione del Parco di Montioni, ma, attraverso il reticolo delle acque, arrivano fino alla piana e al mare».
«L’atto del Sindaco significa anche che, finalmente, Follonica si riappropria di questa area e dell’intero parco, superando il disinteresse dei cinque anni precedenti – aggiunge Chirici -. Il conferimento dei gessi alla cava è cessato a causa della corposa frana, ma i problemi restano, anzi, si sono aggravati, e per procedere al recupero ambientale è assolutamente necessario che Tioxide si faccia carico delle soluzioni tecniche con l’assoluto controllo da parte del Comune».
Più dura la posizione dell’associazione ambientalista La Duna che pur condividendo l’ordinanza, precisa alcuni aspetti: «Rimane da capire perché, in tutti questi anni, chi doveva controllare non ha fatto sentire la sua voce e tutte le volte si è dovuto attendere esposti e denunce degli ambientalisti per intervenire. Adesso vorremmo che si riuscisse a capire finalmente cosa è successo in tutti questi anni, se le amministrazioni hanno fatto “cosa buona e giusta” a firmare l’accordo di programma per il conferimento dei gessi chimici a scopo di ripristino, oppure è stato solo un tragico sbaglio di cui ci dovremmo pentire. Dovevamo garantire l’occupazione allo stabilimento Tioxide del Casone di Scarlino: è stato fatto. Con i pochi denari del conferimento doveva essere sviluppato il Parco di Montioni e far decollare un economia fondata sulla sostenibilità, turismo, natura e storia: niente di tutto questo è stato portato avanti».
«Dovrebbe riflettere bene anche il comune di Scarlino, visto che al momento sembra che i gessi vengano conferiti di nuovo a piè di fabbrica. Se questo fosse vero si tornerebbe indietro di almeno una decina di anni e si ricomincerebbe ad elevare l’altopiano di gessi chimici già presente per parecchie decine di ettari nella piana – concludono da La Duna -. Noi speriamo che questo faccia riflettere attentamente il comune di Follonica sull’opportunità di continuare ad affidarsi a Bandite di Scarlino per la gestione del proprio patrimonio agro-forestale e della cava di Montioni. Speriamo che arrivino a non rinnovare la convenzione».