GROSSETO – Il processo contro Francesco Schettino e per il naufragio della Costa Concordia entra nella sua fase finale, con la requisitoria dei Pm Alessandro Leopizzi, Stefano Pizza e Maria Navarro e gli interventi dei 39 avvocati di parte civile, oltre, ovviamente, ai legali della difesa.
Intanto Costa ha reso noto le cifre dei risarcimenti a oltre 3 mila naufraghi tra passeggeri e equipaggio, che erano a bordo quella sera. Si parla di oltre 84 milioni di euro.
Oggi le ultime testimonianze, tra cui quella del capitano di vascello Leopoldo Manna, capo della centrale operativa delle capitanerie di porto a Roma, che ha ricordato i suoi contatti telefonici con Francesco Schettino nelle fasi del naufragio della Costa. “Schettino mi parlava per flash al telefono”, e “mi sembrò scosso, filtrai nella mia mente quello che mi aveva detto per farmi un’immagine” e “mi balenò che non era l’interlocutore più adatto in quel momento, e mi ricordo di aver riferito questa impressione in centrale operativa”. In un altro colloquio tra Manna e un operatore della sua centrale operativa – fatto sentire dai pm in aula – si sente il teste che dice anche: “Quel comandante è rinc…to, povero Cristo”.
La difesa di Schettino ha inoltre proposto una registrazione di una telefonata tra lo stesso Manna e il capo dell’unità di crisi di Costa, Roberto Ferrarini delle 00.41. Ferrarini riferisce a Manna che “la nave è appoggiata a 90 gradi sul fondo” aggiungendo che ciò “ha comportato il fatto che alcune persone non riescono a scendere, forse 50, non le so dire il numero, il modo per soccorrerle è un elicottero”. Manna chiede anche: “Lei parla col comandante?”. E Ferrarini: “Sì, il comandante non è sulla nave ma sullo scoglio e da lì segue” la situazione. “Ma lui non ha accesso a poter vedere, serve qualcuno di specializzato”.
La difesa ha sentito come testimone anche il comandante del traghetto ‘Aegilium’ che collega la terraferma al Giglio, Fiorentino Agnello. Il traghetto venne fatto uscire dal porto dell’isola per andare a salvare i naufraghi già verso le 22.30. Il comandante Agnello ha ricordato di averlo “posizionato a mezzo miglio dalla Concordia e di aver messo in salvo le prime 80 persone arrivate a bordo di zattere della Concordia”, ma ha anche raccontato di “non aver visto Schettino” sulle scialuppe in quelle fasi del naufragio. Il pm Leopizzi, quando è intervenuto, ha chiesto al teste di dove fosse originario e se conoscesse Francesco Schettino: “Ho abitato a Meta di Sorrento – ha risposto -, conosco Schettino e siamo coetanei”.
Sentita anche un’altra testimone, Katia Krevanian, responsabile del servizio clienti di Costa spa. “Ero sulla Concordia. La nave era inclinata, scivolai verso l’acqua e così facendo andai a urtare un braccio del comandante Schettino – ha ricordato – il quale mi disse ‘Vai a prendere la scialuppa laggiù’, quindi il comandante era a bordo. Era verso mezzanotte e non prima delle 23 come veniva detto in quei giorni. Lo scrissi per onor del vero sul mio profilo Facebook quasi come sfogo”.
La perizia genetica sui resti trovati il novembre 2014 sul relitto della Costa Concordia conferma con certezza che si tratta del corpo dell’ultimo disperso, l’indiano Russel Rebello. Lo ha confermato al processo in corso a Grosseto il perito incaricato dal tribunale. Il Dna estrapolato da alcuni tessuti del cadavere trovato sulla nave, ha detto il perito Roberto Giuffrida, è totalmente compatibile con quello del fratello Kevin. Il tribunale ha disposto la restituzione della salma alla famiglia.
Costa Crociere, responsabile civile al processo di Grosseto, ha consegnato ai giudici documenti che attestano, tra l’altro, il pagamento totale di risarcimenti per circa 84 mln di euro a 3.586 naufraghi tra passeggeri e equipaggio, cifra comprensiva di quanto dato alle famiglie di 29 vittime su 32. Circa l’85% delle persone a bordo della nave. Questa somma comprende i risarcimenti riconosciuti ai familiari di 24 passeggeri (su 27) deceduti e che ammontano a 24.508.373 euro. Nei casi di tre passeggeri morti non ci sono ancor state transazioni per motivi diversi: per una tedesca, perché non si trovano eredi; per un francese, perché la famiglia sta ancora trattando; per una vittima americana perché i familiari preferiscono fare una causa civile negli Stati Uniti dove ha sede la holding capogruppo di Costa, Carnival. Dei 1.023 membri dell’equipaggio hanno transato la loro posizione 964 di essi per un totale di 17.421.203 euro, cifra comprensiva dei risarcimenti alle famiglie dei 5 colleghi morti nel naufragio alle quali sono andati complessivamente 6.721.918 euro.