di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Con molta probabilità si chiamerà Comitato cittadino per l’ordine e la sicurezza. Non c’è stato troppo tempo per pensare al nome, perché la spontaneità con la quale è nata l’iniziativa ha del sorprendente, anche per chi, come Fausto Turbanti e Stefano Mazzi, hanno avuto l’idea di chiamare a raccolta quei cittadini stanchi dei ripetuti furti nelle abitazioni e che chiedono maggiore sicurezza anche in città. Alla fine sono un centinaio le persone che si sono ritrovare nella pancia delle mura medicee, davanti a via Manetti, per cercare una soluzione al problema. «Siamo qui per trovare una soluzione e una strada percorribile, non è giusto vivere nella paura in una città come la nostra – spiega Turbanti parlando davanti alla platea -. Oggi siamo un centinaio e quasi tutti abbiamo subito furti in casa, almeno in due circostanze, non è normale una cosa del genere. Cerchiamo una via d’uscita collaborativa, tutti insieme, per stare sereni a casa nostra».
All’incontro chiunque dei presenti aveva libertà di parola e proprio da questa apertura si è animato il confronto con interventi di rilievo, volti a trovare idee per contrastare il fenomeno di una microcriminalità sempre più diffusa. A prendere la parola anche Vincenzo Botti, in qualità di cittadino ma anche di rappresentante delle forze dell’ordine: «Non tutti forse sanno dei pesanti tagli effettuati dal governo alle forze di polizia – precisa -. A questo si aggiunge che i poliziotti, seppur efficienti, sono stati fatti “invecchiare” senza un adeguato ricambio generazionale. Grosseto purtroppo è una città abbandonata, dove prolifera il degrado e dove c’è degrado è più facile che prolifichi la criminalità».
Si punta il dito contro la politica, quindi, anche quella che deve amministrare la città, e allora non può mancare l’intervento di Massimo Felicioni, unico consigliere comunale presente all’iniziativa: «L’esperienza di consigliere purtroppo è frustrante. Oggi il problema della sicurezza è volutamente tenuto in disparte, perché fa comodo così. La responsabilità più grande ce l’ha la politica, anche perché un controllo vero, in città, non c’è. La mia proposta è quella di formalizzare un vero comitato che porti istanze concrete e forti. Paghiamo le tasse, ma il nostro denaro è speso male».
Tra applausi e lamentele di cittadini arrabbiati ed esasperati che raccontano aneddoti personali di aggressioni, di degrado, di furti e di insicurezza, c’è anche chi porta idee per combattere il fenomeno con azioni concrete, come Antonella Giannini: «E’ dimostrato che le telecamere abbattono del 90% la casistica su effrazioni e furti – dice nel suo intervento -, se uniamo le forze, possiamo creare un circuito di sicurezza e pagare anche qualcuno che possa controllare». Un’idea che potrebbe anche attecchire in seno al comitato che per il momento muove i suoi primi passi. Prevale il concetto della spontaneità, ma il segnale, anche se tutto può sembrare improvvisato, arriva forte e chiaro. Forse, oggi, Grosseto si è davvero svegliata. I cittadini sono stanchi di vivere nella paura e faranno di tutto per riprendersi la città e per tracciare la via della sicurezza. Un messaggio che arriva diretto anche agli amministratori e alla politica locale: non è più tempo di parole, ma di fatti.