ALBERESE – Nel 2014 il Parco della Maremma ha proseguito il monitoraggio delle densità di capriolo, daino e cinghiale all’interno dell’area protetta. Ricerca effettuata dal dottor Francesco Ferretti. In estrema sintesi emerge un ulteriore calo della densità di daino e cinghiale rispetto al 2013, a conferma di un andamento che prosegue ormai da 5 anni. Per il capriolo, invece, i risultati sono simili a quelli dello scorso anno. Integrando questi report con i dati relativi ai danni alle colture e agli interventi di contenimento numerico, viene poi redatto il Piano di gestione 2015 degli ungulati.
Il Parco Regionale della Maremma ospita da sempre 3 specie di ungulati (capriolo, daino e cinghiale), nei confronti dei quali sono state intraprese negli ultimi anni una serie di azioni gestionali volte, da un lato, alla conservazione del capriolo italico, dall’altro alla riduzione della pressione da parte di daino e cinghiale sulle colture. Il monitoraggio delle tre specie è quindi fondamentale per valutare gli effetti sulle popolazioni delle misure gestionali, per ricalibrarle e/o pianificarne di nuove sulla base dei risultati conseguiti.
Le stime vengono ottenute utilizzando il conteggio dei gruppi di escrementi (pellet group count) in aree campione (plot) e successivamente confrontate con quelle realizzate a partire dal 2007.
Per quanto riguarda il daino è stata stimata una densità media di 9 individui ogni 100 ettari, un valore del 18.8% inferiore rispetto al 2013 e del 45% più basso nel confronto con il 2010. Insomma un calo numerico evidente, in linea con quanto già osservato negli ultimi 2 anni e da collegare alle centinaia di prelievi effettuati. Le densità più alte sono state riscontrate al Collecchio e nella zona tra Lasco e Alberese.
Nel Parco della Maremma il capriolo risulta avere una densità media di 5,9 individui ogni 100 ettari. Dopo l’aumento significativo osservato nel 2013 rispetto al 2012, i valori stimati nel 2014 sono risultati statisticamente comparabili a quelli dell’anno precedente, con una presenza più significativa negli ambienti meridionali di macchia, oliveti abbandonati e pascoli alberati.
Infine il cinghiale. I dati raccolti negli anni passati sono stati nel 2014 puntualmente confermati. L’indice di densità media (in termini di numero di escrementi ogni cento ettari) si è ulteriormente ridotto (-19.7% rispetto al 2013, –53% nel confronto con il 2010) confermando un significativo trend di regressione numerica. D’altra parte, nel triennio 2011-2013 sono stati prelevati circa 600-700 capi all’anno. Le densità più elevate si riscontrano negli ambienti di transizione tra le aree di macchia e quelle aperte e al Collecchio.