di Barbara Farnetani — Tweet to @Babi_Farnetani
FOLLONICA – Un progetto che si propone di monitorare aria emissioni e rifiuti prodotti nei quartieri della città, un progetto che parte da Follonica e che potrebbe estendersi a tutta Italia. È il progetto Aster, dell’azienda follonichese Opus automazione. Un’idea che ha affascinato il comune di Follonica, ma anche altre amministrazioni, quali Ivrea e Lanciano. Il progetto prevede di piazzare alcune centraline (10 in questo caso, che dovrebbero essere posizionate nel quartiere pilota di Cassarello, Salciaina e 167 est) per il monitoraggio dell’aria. Si tratta di centraline che prevedono un allarme in caso di superamento dei limiti. Tutti questi dati, che dovrebbero essere raccolti e monitorati nel corso di alcuni mesi, andrebbero poi ad essere integrati con quelli che vengono dalla raccolta della spazzatura, o dal monitoraggio delle acque, o ancora da quello della salute fatto dalla Asl 9.
Il progetto parteciperà ad un bando europeo, e, in caso che riceva il finanziamento, dovrebbe partire già dal 2016.
«Abbiamo aderito con piacere ed entusiasmo perché crediamo che possa avere ricadute positive per il territorio – sottolinea l’assessore Mirjam Giorgieri -. Lo scopo del progetto è quello di creare un sistema di monitoraggio dell’impatto antropico del territorio, incrociare la qualità aria gli stili di vita la raccolta differenziata per una migliore conoscenza, e per seguire un processo virtuoso di salvaguardia ambientale. Saremo il comune capofila».
«Quello che valuteremo è l’impatto complessivo sia dei siti industriali che delle aree urbane, ma anche la produzione di inquinanti cittadina – spiega Stefano Battistini, titolare della “Opus automazione” -. Così da poter distinguere quanto è originato dal quartiere e quanto viene da fuori».
In passato a Cassarello e Salciaina ci sono stati problemi, anche di miasmi che la gente sentiva nell’aria, specie in estate, senza però avere la certezza di quale fosse l’origine «Lo scopo è fare singole rilevazioni e capire come muoversi dopo aver individuato i punti deboli. I dati saranno georeferenziati e utilizzabili per azioni preventive, ad esempio un nuovo piano del traffico: se la zona raggiunge parametri di allarme si può modificare la viabilità, o prevedere una diversa pianificazione territoriale ed edilizia».
I dati così raccolti, trattandosi di un monitoraggio che andrà avanti per mesi, potranno essere utili anche alla Asl per metterli in relazione con i picchi di malattie o malesseri tra i cittadini.
Il progetto, oltre ad una valenza ambientale e conoscitiva, ne ha anche una occupazionale visto che non si tratterà solo di raccogliere dati ma di elaborarli e dar loro una forma fruibile e intellegibile ai più (i dati verranno pubblicati su internet). La Opus occupa al momento 27 persone, tutto personale altamente specializzato.