GROSSETO – Non prendere la macchina, non andare al pronto soccorso, ma chiamare subito il 118 ed aspettare l’arrivo dell’ambulanza.
Sono queste le tre cose da fare, secondo tutti i protocolli sanitari, nel caso di un sospetto attacco cardiaco: cioè, in presenza di sintomi, per fare alcuni esempi dei più comuni, come dolore toracico persistente, che dura oltre i dieci minuti; dolore al centro del petto, che si estende al braccio o alla spalla e alla schiena; un dolore prolungato alla parte alta dell’addome; perdita di sensi.
“In presenza di questi sintomi è fondamentale chiamare subito il 118 e aspettare l’arrivo dell’ambulanza”, spiega la dottoressa Silva Severi, direttore della Cardiologia dell’ospedale di Grosseto, in cui sono strutturate anche l’Unità intensiva coronarica (Utic) e l’Emodinamica, dove vengono trattati, con angioplastica, i casi di infarto acuto del miocardio. “Più rapida è la diagnosi, più rapido l’intervento e, quindi, più elevata la possibilità del buon esito per il paziente, considerando – spiega la dottoressa Severi – che per ogni 30 minuti di ritardo dall’inizio dei sintomi al trattamento, si calcola un incremento della mortalità di circa l’1 per cento. La tempestività diventa determinante per gli esiti di questa patologia, che rappresenta una delle principali cause di morte, nei Paesi avanzati, insieme ad altre malattie cardiovascolari”.
Un decalogo che appare particolarmente utile dopo che, proprio un infarto, ha ucciso il cantante napoletano Pino Daniele.
E proprio perché i tempi della diagnosi e dell’intervento possono fare la differenza, la Regione Toscana ha promosso, in tutte le Asl, l’organizzazione di un sistema in rete per il trattamento dell’infarto acuto del miocardio.
Nella Asl di Grosseto, la Rete aziendale è stata attivata dal 2007, pochi mesi dopo l’avvio del servizio di Emodinamica all’ospedale del Capoluogo: comprende, appunto, l’Emodinamica, i Pronto soccorso, il 118, l’Utic e la Cardiologia, la Rianimazione per i casi più gravi. Un lavoro di squadra che permette di diagnosticare un infarto prima dell’arrivo in ospedale e assicurare un più rapido intervento. La rete si avvale, infatti, di un sistema di trasmissione dell’elettrocardiogramma dai pronto soccorso del territorio all’Utic del Misericordia e di un sistema di telelettura del tracciato dall’ambulanza o dalla casa del paziente colpito da infarto. In questo modo è possibile fare la diagnosi più precocemente e permettere, se occorre, il trasferimento diretto in Emodinamica o in Utic evitando tappe intermedie nei pronto soccorso o in altre strutture.
Per dare un’idea della mole di lavoro, l’Emodinamica del Misericordia, operativa 24 ore su 24, esegue circa 1000 procedure all’anno, di cui almeno 500 angioplastiche, il 70 per cento eseguite in urgenza. Sono circa 8000 le procedure eseguite dal 2007 ad oggi, di cui 4000 angioplastiche.
Tra l’altro, come dimostrano i dati del Programma nazionale esiti, nel 2007 (per la prima volta negli ultimi 20 anni), il tasso di mortalità dopo l’infarto nei pazienti ricoverati nelle Asl 9 di Grosseto si è allineato alla media regionale, mantenendo questo trend fino ad oggi e, in alcuni casi, scendendo sotto alla media nazionale. Un risultato che deriva sicuramente dal miglioramento degli stili di vita e da una maggiore prevenzione farmacologica delle malattie cardiovascolari, come dimostra anche la tendenza alla diminuzione della mortalità in Toscana, ma cui ha contribuito in maniera determinante l’attivazione dell’Emodinamica e della Rete aziendale per il trattamento precoce dell’infarto.